Con Breviario Liberale Eretico (Biblion Edizioni 2022, autori Benedetto Costa Broccardi e Luigi Tardella, pagine 272, € 24,00) ti accorgi subito di avere in mano qualcosa che scotta. La sensazione è quella che avrebbe potuto avere un lettore che nel 1866 avesse avuto in mano una bozza del Capitale.
Non a caso quel periodo e il nostro hanno in comune l’incapacità della crescita industriale ed economico-finanziaria di fare sintesi rappresentando tutti gli interessi degli interlocutori in campo, cioè l’industria-finanza e il proletario-cittadino.
Il libro offre un’analisi lucida e coraggiosa dei meccanismi e delle degenerazioni del sistema finanziario ed economico attuale, influenzato pesantemente dall’utilizzo di strumenti digitali altamente complessi.
Viene descritta la rivoluzione in ambito della gestione delle grandi aziende quotate in borsa dove la tendenza è quella di eludere le tasse e diminuire gli utili con operazioni di buy back, cioè acquistando azioni proprie, riducendo il capitale e aumentando il valore del titolo in modo da favorire gli azionisti e i manager.
In sostanza si parla della crisi della politica e di quello che viene definito “Real liberismo” cioè il liberismo reale che dopo il Socialismo Reale si avvia a distruggere le società più avanzate del mondo.
A fianco a questo viene analizzata la marcia indietro sociale, la perdita di libertà e la banalizzazione della parola liberale che è utilizzata da chiunque non sia smaccatamente fascista o comunista.
Si affronta la tendenza nata sui social di affermare un massimalismo in campo economico dove le diverse posizioni sono portate avanti con violenza in maniera acritica e semplicistica, contestando l’avversario.
Si esamina come vengano rimosse le scale di grigio e ogni filtro di complessità costruendo un sistema in cui l’ignoranza vale quanto il sapere. Mentre in politica le idee sono sostituite da leader-venditori in cerca di consenso.
Si analizza la società immersa in una selva oscura dove la mano invisibile ha l’artrite paralizzante e le teorie liberali classiche sono considerate eretiche.
Tra le varie proposte “per riveder le stelle” c’è quella di riscoprire il liberalismo classico come lotta per la limitazione di qualunque potere, compreso quello economico.
Inoltre, si riscopre il valore del lavoro come libertà, dignità e apprendimento e non come merce.
Uno dei punti cardinali individuato è la salvaguardia della classe media che è il vero motore dell’economia di ogni democrazia e che garantiva, attraverso l’impegno nello studio e nel lavoro, il successo e il benessere.
Di conseguenza per gli autori la perdita di possibilità lavorative ha distrutto l’equazione studio-lavoro-impegno sminuendo l’importanza dell’impegno.
Sul piano culturale l’eccessivo processo di semplificazione, il sovranismo e il populismo hanno sostituito la lotta ai poteri con la lotta ai saperi. Mentre il libro propone che il sistema sia riformato con la separazione e concorrenza tra i saperi.
Per gli autori la stessa politica va ripensata e i politici devono tornare ad essere dei promulgatori di obiettivi invece di gestori di esiti di decisioni prese altrove.
Uno degli spunti più importanti riguarda il passaggio dalla concezione di suddito-peccatore dello Stato a quello di libero cittadino, cosa che in Italia equivarrebbe a una rivoluzione copernicana.
La burocrazia è vista come violenza nei confronti dei cittadini: “Le burocrazie comunali e regionali sono violenza e danneggiano il sistema economico e produttivo”; “Il sistema di non comunicazione con i contribuenti è violenza”; “l’asimmetria informativa e lo squilibrio di potere dei rapporti contrattuali privati verso i consumatori è violenza”.
Viene analizzato anche come l’atteggiamento dello Stato nei confronti del cittadino-suddito si concretizzi con l’uso di parole specifiche: “Il ravvedimento operoso è un’espressione calunniosa, arrogante e anticostituzionale, simbolo del disprezzo con cui le pubbliche amministrazioni esercitano il loro abuso di potere sistematico nei rapporti con i cittadini”.
Nonostante la complessità dei temi trattati l’esposizione è chiara e ironica:
“In Italia ogni mattina un cittadino si sveglia e sa che dovrà attendersi un qualche burocrate che proverà a fargli una multa.
In Italia ogni mattina un dipendente pubblico si sveglia e sa che dovrà trovare almeno un cittadino da multare per rendere felice il suo capo.
In Italia ogni mattina non conta se tu sia cittadino dipendente pubblico ti svegli e sai che dovrai camminare con la schiena rasente al muro”.
Un testo audace, visionario e ricco di proposte, da leggere per gli interessati di politica, economia o società.