“L’ultimo libro di Emma Olsen” di Berta Dávila (Aguaplano – Collana Blaupause, 2022 pp. 104 € 15.00) è un romanzo molto particolare, dinamico e doloroso. L’autrice, dotata di un interessante talento letterario, conferma, al suo esordio, uno stile caratterizzato dall’elegante, innata efficacia descrittiva e dalla emozionante saggezza dei sentimenti. La cornice di malinconia che riempie l’intero libro circonda i contenuti intimisti intorno alla materia della nostalgia, alla redenzione dei ricordi, espone il riconoscimento della sorte drammatica e tragica della vita con discrezione e dignità. Berta Dávila rivela l’esperienza narrativa attraverso una capacità metaletteraria di riproduzione d’immagini poetiche, di corrispondenze e prospettive autobiografiche nello scenario delle sconfinate pianure americane, nei frammenti dell’abbandono, nella fragilità delle ferite sull’anima. La protagonista Emma Olsen, è una famosa scrittrice insignita del Premio Pulitzer per la letteratura. Il suo ritorno nella citta di Faith, nella casa d’infanzia, dopo un lungo allontanamento, restituisce il tempo determinato della sua malattia terminale, nella consapevolezza della provvisorietà dell’epilogo. Il suo ultimo libro infatti diventa il motivo esistenziale e sentimentale per chiudere i cerchi della vita, il coraggio di affrontare lo smarrimento, la forza di sconfiggere gli errori, le dimenticanze e le distrazioni degli inganni, nel distacco evocativo della scrittura. Berta Dávila mette in scena un indimenticabile rappresentazione di storie di provincia, con una convincente e minuziosa fotografia disincantata, nel ritratto credibile e attraente della direzione esistenziale, insegue l’inconsistenza della legge imperscrutabile degli eventi, l’oscura, triste e sospesa regola della realtà, il panorama suggestivo e commovente dell’appartenenza, la poetica espressiva. La ricomparsa di Emma Olsen colma l’intervallo dell’assenza con una personale, retrospettiva coscienza di sé, rievoca il vissuto subito, malato e ossessivo, mostrando alla figlia la sofferenza del passato. Il libro ambientato in un contesto ispirato dall’apparente e illusoria quiete, nella fittizia banalità del quotidiano, dove non accade mai nulla, confessa l’incomprensibile e ambigua ineluttabilità del male, vincolato alle sembianze imprevedibili d’insospettabili esseri umani, travolti da tormenti e segreti inenarrabili. Berta Dávila scava con grande sensibilità dentro la psiche dei personaggi, scalfisce la memoria delle relazioni familiari, assorbe la complessità del cuore, tratta i contrasti e le inclinazioni della personalità nelle sfumature e nelle imperfezioni della natura umana, include, senza eccesso ma con sapiente delicatezza, il conflitto e la percezione dell’orientamento e dell’identità sessuale. “L’ultimo libro di Emma Olsen” ripercorre l’impronta delle occasioni, traccia la meraviglia e il privilegio di narrare l’ordinario, mai banale, suggerisce l’importanza dei legami affettivi, la coincidenza salvifica dell’amicizia. La dipendenza romantica dalla città di Faith, centro di gravità geografico ed emotivo, coincide con il vincolo di una irresistibile attrazione che svela parallelamente un incantesimo e una maledizione, oltre la separazione dalle proprie radici lasciando in epigrafe l’elogio dell’equilibrio “Per tutti coloro che un giorno/hanno dovuto lasciare la loro casa/alla ricerca di se stessi”.
Rita Bompadre