Bomarscè è una storica rivista letteraria del 2020 fondata da tre ragazzi che abitano a Milano. Pubblicano soltanto racconti e hanno una veste grafica elegante e semplice.
A queste domande ha risposto Fabrizio Aurilia.
Cosa ti/vi ha spinto a creare una rivista letteraria? E quanto tempo fa è successo?
Come ho detto una volta allo scrittore Matteo B. Bianchi, la responsabilità è in parte sua, in parte di Michele Crescenzo. Oltre che lettore della sua rivista, ‘tina, nell’autunno 2019 ascoltai con interesse il podcast Esordienti, di B. Bianchi, appunto, dove c’era una puntata dedicata all’universo delle riviste letterarie.
In quell’episodio era stato intervistato Michele Crescenzo, tra i fondatori di Cadillac, rivista che per me è stata un importante punto di riferimento. E così pensai, “perché no?”. Ne parlai con Beniamino Musto e Giulia Spettoli (ora insieme a me sono i membri della redazione), che furono subito entusiasti e coinvolti. Così, a gennaio 2020, era online il sito di Bomarscé, www.bomarsce.it, anche grazie all’aiuto insostituibile della nostra grafica, Clarissa Citterio.
Prova a definire la tua/vostra rivista in poche parole.
Bomarscé è una rivista letteraria che pubblica narrativa breve di finzione: cioè racconti. Si rivolge a chiunque abbia un testo narrativo di una forma che sia inequivocabilmente quella del racconto. Non è un blog, non è uno spazio per la libera espressione. È una rivista curata, crediamo significativa, precisa, dove è evidente (speriamo) l’espressione di un valore.
Quanti numeri sono già stati pubblicati e quando uscirà il prossimo?
A oggi sono usciti sei numeri, più uno speciale affiliato al progetto Romanzi.it, la prima subscription box italiana dedicata alla letteratura di qualità. Il prossimo numero è previsto per novembre.
Cosa cercate e pubblicate? Racconti, estratti, poesie? Hai/Avete un genere o delle regole precise?
Come ti dicevo pubblichiamo racconti. Non abbiamo un genere di riferimento e non abbiamo grande predilezione per i testi di
genere, ma non li escludiamo a priori. Diamo agli autori, per comodità e anche per piacere della forma, un minino di 5000 e un massimo di 35mila battute. In occasione di ogni numero lanciamo una call a tema cui le autrici e gli autori devono attenersi per poter pubblicare con noi. Non consideriamo alcun testo che ci arriva al di fuori delle call. Rispondiamo a tutti.
Cosa deve fare un autore per convincerti/vi a pubblicare un suo lavoro?
Deve avere una voce propria. Non cerchiamo l’effetto picaresco, pindarico, o la mirabolante superfetazione della mente di un genio incompreso (ma da chi?): ci piace la cura del discorso, il piacere della costruzione narrativa, i bei personaggi, non nel senso di personaggi buoni, ma di personaggi giusti, esatti, significativi. Cerchiamo la profondità nella leggerezza, la pienezza del senso del discorso. Per noi il testo è l’unica cosa che conta.
Ecco, non so se questa risposta ha particolarmente senso per un lettore, però speriamo che lo abbia per una persona che vuole cimentarsi nella scrittura narrativa, che capisca quello che intendiamo.
Pubblicate anche in cartaceo? Se sì, dove si può trovare la tua/vostra rivista?
Tutti i numeri della rivista si possono scaricare in pdf, gratuitamente, dal sito www.bomarsce.it. Stampiamo anche alcune copie in formato A4, su carta di qualità: quelle sono a pagamento e su richiesta. È bene precisare che chi chiede una copia cartacea ci rimborsa solo il costo di stampa e delle Poste: non paga noi, che non guadagniamo assolutamente nulla. Questo è anche il motivo per cui non possiamo aprire un conto vendita nelle librerie, giacché nella nostra intenzione Bomarscé di carta è un prodotto sostanzialmente artigianale, che non è stampato e distribuito secondo logiche di mercato.
Qual è la soddisfazione maggiore o inaspettata che ti/vi ha dato la tua/vostra rivista?
Certamente essere parte del progetto Romanzi.it è stata una bella soddisfazione, perché crediamo siano state premiate un modello e un’idea precisa di rivista letteraria.
D’altra parte, noi diciamo sempre che siamo una specie di rivista di settore: vorremmo essere letti soprattutto tra gli addetti ai lavori dell’editoria; e quindi editor, lettori, redattori, che attendono le uscite di Bomarscé perché sanno di poter trovare autrici e autori interessanti, magari esordienti, o con poche pubblicazioni alle spalle. Detto ciò, ci piace anche che scrittori e scrittrici già pubblicati ci inviino i loro testi: è successo e ne siamo stati contenti.
Cos’è che ti/vi ha fatto davvero cascare le braccia?
Diremmo niente. Sarebbe troppo facile dire che a volte ci arrivano testi quanto meno ingenui: succede, anche spesso, ma lo
mettiamo nel conto finale e alla fine siamo sempre stati molto contenti della qualità medio-alta dei racconti che abbiamo ricevuto.
Cosa ti/vi spinge ad andare avanti in questa attività così poco (o per nulla) produttiva?
Beh, non siamo nati da neanche due anni e sotto la nostra testata c’è scritto “storica rivista letteraria”, quindi abbiamo un dovere di coerenza: per essere storici dobbiamo andare avanti almeno dieci anni. E poi costruire una rivista è bellissimo, scegliere i testi, le immagini: insomma creare qualcosa di bello è un nutrimento per lo spirito, per l’intelligenza. Un po’ meno per il corpo, viste le ore di sonno perse, ma va bene così.