Ci sono romanzi che si limitano a raccontare una storia e romanzi che invece partono dalla storia stessa per aprire spiragli di riflessione più ampi, raccontare una generazione, mostrarci un mondo che oggi può sembrare anacronistico, semplice, a tratti ingenuo.
Il romanzo di Bruno Masino appartiene a questa seconda categoria. La storia di Oltre Ippocrate può, in apparenza, somigliare al classico cammino dell’eroe: una chiamata, un mentore e un percorso di formazione atto a raggiungere la pienezza di un’etica interiore e professionale. “Etica”, appunto, parola delicata, parola quanto mai inflazionata, fin troppo abusata, oggi, il cui valore in questa storia acquisisce una tridimensionalità ben più stratificata e complessa, un fil rouge che seguirà il lettore durante tutta la narrazione come una domanda sussurrata tra gli eventi, imprescindibile, per il protagonista, così come per l’autore stesso.
Si può quindi partire da qui, da questo valore morale che già nei primi accenni del testo sembra una qualità intrinseca del protagonista: Andrea è un puro, una persona semplice, di buoni principi, un eroe inconsapevole ma lontano dai classici stereotipi del genere. Andrea è una persona come tanti. Un adolescente cresciuto in un piccolo borgo del Sud Italia con una passione smisurata per la medicina. La stessa vocazione che lo porterà a conoscere Michele, il medico di paese, un uomo che ha basato la sua intera esistenza sul giuramento cardine della sua professione. Anche Michele è colui che potremmo definire un “buono” e tra i due scatta subito una profonda amicizia. Michele però è anche una persona sola, priva di famiglia e con pochi amici, inevitabile e naturale per lui affezionarsi quindi al giovane studente, lasciargli libero accesso alla libreria di casa e istruirlo sui fondamenti della sua professione. Andrea, affascinato dal suo mentore, terminati gli studi liceali, decide trasferirsi in città per frequentare medicina e chirurgia. Le prime pagine del romanzo trasudano quindi di una gioventù entusiastica, quella stessa fascinazione ingenua che si prova prima di compiere un’ardua impresa ma, purtroppo, la precoce dipartita dell’amico, impedirà ad Andrea di mostrargli il frutto di quegli anni dediti allo studio e ai sacrifici. Sarà un anno difficile per il protagonista, un periodo di scelte e addii: per svolgere la sua professione il giovane neolaureato dovrà trasferirsi in un paesino del sud più profondo dove, in una sorta di déjà vu esistenziale, conoscerà Giuseppe, giovane sindaco fresco d’incarico con il quale stringerà una nuova amicizia fondata anch’essa su buoni principi e lodevoli propositi peccato che, nella città in cui vive ora Andrea, la malavita organizzata sia radicata in ogni settore dell’amministrazione pubblica. Già in passato Giuseppe aveva tentato più volte di ribellarsi, anche mettendo a rischio la sua vita e quella dei suoi cari ma sopravvivere in un posto di poche anime, di cui la metà corrotta e ostile, non è semplice. Giuseppe vede nel “dottorino” (così viene soprannominato Andrea in paese) un potenziale erede della sua carica politica, forse l’unica persona del luogo in grado di opporsi a quel clima di minacce e repressione e decide quindi di proporgli la candidatura per le prossime elezioni al ruolo di sindaco.
Raggiungere il consenso elettorale sarà semplice: la personalità e la dedizione che Andrea mette nella sua professione lo renderà in breve tempo una figura cardine della vita sociale del paese ma altrettanto semplice non sarà mantenere salde le sue posizioni in un clima politico fondato su minacce e continue ritorsioni.
Bruno Masino sceglie di raccontarci la figura del medico di famiglia in un’epoca ben precisa che coincide con i primi anni della legge 833/78 istitutiva del Ssn, anni in cui questa figura professionale era il centro dell’assistenza sanitaria sul territorio e il suo ruolo rivestiva un compito centrale nelle comunità in cui operava.
Medico ma anche amico, confidente e colui che si faceva carico di condizioni familiari precarie, il “dottore di famiglia” era una figura profondamente legata alla vita delle persone a lui affidate. Andrea, il protagonista del romanzo, è quindi un personaggio dalla forte aura romantica, un individuo che sembra appartenere a un’epoca distante, edulcorata, ben lontana dall’accanimento burocratico che la nuova assistenza sanitaria ha imposto.
L’autore decide quindi di partire da qui, dal fulcro di una professione estremamente impegnativa ma anche affascinante che per anni ha svolto in prima persona, restituendoci un romanzo che sceglie di prendersi i suoi tempi e lasciar respirare la pagina attraverso una prosa classica, priva di pretese autoriali, dando ampio spazio ai personaggi e alle loro azioni. In un tempo come il nostro, caratterizzato dalla frenesia produttiva e dalla rincorsa all’affermazione mediatica, personaggi come Andrea, Michele e Giuseppe ci appaiono come baluardi di un tempo perduto: cartoline sbiadite da un mondo utopico in cui il singolo poteva farsi carico del peso di un’intera comunità con la stessa autentica tenacia di un eroe dell’epoca classica. Etica, di nuovo, nella sua essenza più semplice. Una storia di anime genuine che attinge da un bacino di buoni principi, mostrandoci una narrativa possibile, possibilista, ferrea nella sua convinzione di poter migliorare il mondo portando al lettore un messaggio tenace, speranzoso, brillante nella sua luminosa vocazione.
Stefano Bonazzi
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Oltre Ippocrate
Bruno Masino
Epika Edizioni
17 euro — 200 pagine