Carla De Bernardi presta la sua penna per scrivere questo Liz e le tre città, romanzo pubblicato nella collana “Smeraldo – Ragazzi” di TraccePerLaMeta Edizioni di Milano, rivelando una vena narrativa di incantevole levità e bellezza. La storia ha per protagonista Liz, una gattina dagli occhi viola, che il racconto segue nella sua evoluzione e crescita in un percorso che va dall’età “bambina” a quella adulta, attraverso una serie di avventure appassionanti e coinvolgenti, che danno la misura dei temi del crescere e del confrontarsi con la vita e con le sue difficoltà ma anche con le sue gioie e le sue sorprese. Tirando le somme, infatti, è il tema del rapporto tra amore, vita e morte che prende corpo nelle pagine stese in maniera limpida da Carla De Bernardi, dipanandosi attraverso una sequenza di eventi sempre accompagnati da una “spiegazione”, da un meccanismo in grado di dare un orizzonte agli accadimenti e di elaborare un sentimento naturale quanto ingombrante come la paura. Il finale della storia non è semplicemente rassicurante: esprime, al contrario, l’idea che la vita e l’esistenza sia sì un fatto davvero complicato e spesso problematico, ma è anche un percorso in cui è possibile raccogliere frutti spesso deliziosi. La penna della De Bernardi ha il merito di rendere poetica ed estremamente semplice ogni cosa, quasi scabra: è il caso della spiegazione fatta riguardo a cosa sia un funerale:
“Li si porta in una chiesa, il prete celebra una messa speciale per loro e li benedice e tutti pregano e cantano e, spesso, piangono per averli perduti. Poi li si porta al camposanto e li si fa scendere nella terra, dove riposeranno per sempre, in pace, circondati dai fiori. Tutto questo si chiama funerale e ci permette di salutarli un’ultima volta e augurare loro buon viaggio dalla Terra al Cielo”.
Decisamente riuscito, inoltre, è il continuo rimando ad alcuni luoghi della città di Milano, che contribuiscono a rendere “concreta” la narrazione, collocandola o avvicinandola – di volta in volta – presso il Cimitero Monumentale, via Padova o il Casoretto, la Stazione Garibaldi. Imperdibile il riferimento ad Alessandro Manzoni.
Il racconto è impreziosito dalle splendide tavole a colori firmate da Andrea Sangalli.