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Carlo Bertocchi. Mezza luce mezzo buio, quasi adulti

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Carlo Bertocchi. Mezza luce mezzo buio, quasi adulti

“Lettore ideale: chi ricorda con un sorriso le lunghe giornate estive della propria giovinezza; chi ha visto più di una volta i Goonies e ha amato Io non ho paura; chi dubita che un buon romanzo possa appassionare sia gli adulti sia i ragazzi; chi continua a cercare l’emozione del primo bacio.”

Nel risvolto di copertina possiamo leggere, come di consueto, il consiglio pensato dai geni di Terrarossa Edizioni per invitare persone precise a leggere il romanzo in questione.

In questo caso parliamo di “Mezza luce mezzo buio, quasi adulti”, romanzo d’esordio scritto da Carlo Bertocchi, e al consiglio, io mi permetto in punta di penna, di aggiungere che potrebbero leggere questo libro anche gli amanti dell’avventura, gli amanti di Salgari, o quelli che si sbucciavano le ginocchia giocando a calcio sulle stradine sterrate davanti casa, o si devastavano le dita tirando le biglie in buche realizzate che nemmeno un tornio di precisione.

Carlo Bertocchi ci racconta la Romagna, non quella che siamo più abituati a conoscere, ma quella più nascosta e nello stesso tempo più comune, perché io friulano ci ho riconosciuto le mie piccole avventure in provincia di Pordenone, e voi altri tantissimi che leggerete questo libro, vi troverete le avventure nei vostri paesi.

Conosciamo un pochino meglio questa storia. Siamo alla fine del secolo scorso, anni che non si fatica a riconoscere, anni che rimandano così come i luoghi, a tempi molto recenti, quando dai telegiornali apprendiamo dell’assassino in fuga, dopo che ha ucciso un barista durante una rapina.

La situazione raccontata nel libro è simile, a morire è una donna, l’assassino è uno straniero, il movente ricavato da un elementare uno più uno. Ma sarà proprio così?

E cosa c’entra questo con il titolo, con la copertina, con quei due ragazzini in abbigliamento estivo?

La vicenda si svolge effettivamente in estate, nella pausa vacanziera tra le medie e le superiori, di una e più bande di ragazzi che stanno crescendo.

E’ il periodo più bello, più eccitante, forse più drammatico per i genitori.

Non più, quasi, bambini. Non ancora, evidentemente, uomini. Ci stanno provando. E sono imprevedibili. Bert, Ciccio, Tex, Trillo, Matilda, Billy, Panna, sono tanti, ognuno diverso, tutti in competizione.

In uno dei tanti pomeriggi per il quale era stata prevista una vera competizione con moto e motorini, l’imprevedibilità si materializza e in mezzo ad un campo di grano, uno dei ragazzi fa un incontro stravolgente.

“E adesso! A chi lo dico?”

E’ questa la domanda che trafigge il protagonista, non tanto l’emozione dell’incontro in sé, e questa domanda è l’elemento a mio parere caratterizzante del romanzo: un romanzo sull’amicizia.

Abbiamo la possibilità di ammirare come nascono, come crescono, come si intrecciano i legami personali tra ragazzi, con uno zoom sui primi innamoramenti, Scopriamo anche come si tendano fino al limite i legami, e si rompano talvolta, ma anche e spesso come si riallaccino con una strabiliante facilità.

Quasi, adulti, dice il titolo, perché leggendo il libro da adulto mi viene voglia di dire, rimanete ragazzi che è meglio. Ma è anche vero che solo crescendo scopriamo cosa è meglio e allora bisogna per forza diventare adulti.

“Mezza luce mezzo buio, quasi adulti” è un libro che si legge con grande piacere, scritto bene, ricco di dialoghi che sembrano scritti dai ragazzi stessi. E’ un romanzo che con leggerezza, e con chiarezza espressiva, sfiora un sacco di argomenti importanti della vita di un adolescente. E l’adulto che legge può mettersi in discussione, può rivedere la sua adolescenza, o quella dei suoi figli attuali, magari non proprio sovrapponibile, ma comunque utile ad un confronto o per trarne un po’ di coraggio.

Spesso, leggendo la storia, incontrerete i ragazzi e le ragazze sporchi di fango fino ai capelli. Sono passaggi bellissimi, è un elemento questo che si ripete come un riferimento fisso, come un punto di ristoro mentale durante un percorso più lungo. Stupendo.

E l’assassino? Non vi posso dire nulla, lo sapete, ma come sono imprevedibili gli adolescenti, così saprà essere imprevedibile la storia scritta da Carlo Bertocchi.

“In quel preciso istante tutto ci divenne chiaro: eravamo lì per curiosità, contro ogni ragionevolezza. E io anche per fare il bello con lei.”

Buona lettura.

Recensione di Claudio Della Pietà a Mezza luce mezzo buio, quasi adulti (TerraRossa Edizioni, 2019)

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