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Carlo H. De’ Medici. I topi del cimitero

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Se hai paura non cercare certi libri.

Vidi le grandi ombre stendersi lentamente su tutte le cose, e avvolgerle”.

Carlo H. De’Medici

I topi del cimitero

Per essere giudicato un uomo non ha bisogno di nessun paragone. Tantomeno uno scrittore che ha molti più scheletri da nascondere.

Per trovare un valido criterio di valutazione, di classificazione di questo autore così eccezionale e così lontano da tutti i suoi contemporanei, dobbiamo andare oltre la semplice creazione letteraria, e rivolgere lo sguardo nell’ombra, alla possibilità di accettare il mistero, dobbiamo per così dire goderci il piacere della paura.

Carlo Hakim De’Medici (1887 – ignota) non ha narrato un mistero falso, letterario, ma un mistero possibile, concreto. Egli ha sbriciolato tra le mani la materia, cercando di plasmare qualcosa di vivo che si allungasse nel tempo. C’è nel suo modo di scrivere qualcosa che spezza il fiato, che stringe i polmoni, ci sono le ossa dei morti, c’è il crepitio dei passi, c’è il gelo che è una tenebra, che c’è ancora e che urla.

Albeggiava appena, e già i topi che fanno il nido tra le pietre del cimitero, e sono gonfi, e pingui, e sazi, e impinzati fino alla gola da quando hanno divorato il cuore dei morti, con tutti i suoi rimorsi, si erano destati.

Li udii: li udii distintamente”.

Questo passaggio, estratto dal primo racconto di questa antologia, I Topi del cimitero, ci introduce immediatamente in un mondo di tenebra seduttiva. Qualche pagina dopo, un vapore da prima confuso, un iperbole fantastica, ci attrae e si dipana : iniziamo a dubitare di tutto, iniziamo voracemente a inghiottire le pagine, conosciamo l’autore e chiudiamo il libro, quasi lo lanciamo lontano da noi, poi come presi in una malia lo riportiamo al petto “ per le infami vie della vita, fui morsicato, senza che io me ne accorgessi. E il veleno sottile di quel dente maledetto e invisibile, di quel dente fratello, mi penetrò nel cuore, si soffuse nel mio pensiero, dilagò nell’anima mia”.

Questa cosa contagiosa, questa eccezione letteraria, sarà immancabile  nella biblioteca di chi ama leggere il Terrore, e muterà tra le vostre mani, come se l’alchimia , il fuoco, i metalli e le vampe fossero ancora  caldi e bollenti come li vide è certo Carlo H. De’ Medici, come li vediamo noi, a volte,  girando lo sguardo alla noia del mondo.

La scomparsa misteriosa di quest’uomo d’arte, di questo scrittore e magnifico illustratore, non è che un’ulteriore sfida alla vita ed una possibilità del mistero: che sia in qualche modo come l’ebreo errante, costretto a vagare fino alla fine dei tempi.

Edoardo M. Rizzoli

Recensione a I Topi del Cimitero di Carlo H. De’Medici, Cliquot Edizioni, euro 18. Prefazione di Federico Cenci. 

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