“E poi abbiamo attraversato tante città che una si chiamava La Barca perché ci stava una barca e una Mont perché ci stava un monte e una Faro perché ci stava un faro e una Lagos anche se questa era una città bugiarda perché non ci stava nessun lago.” Il dannato caso del signor Emme,…
Continua a leggere >Antonello Saiz racconta “I divoratori” di Stefano Sgambati
«Senza la fisicità non potevano esistere i pensieri, non poteva esserci nemmeno la coscienza, che aveva bisogno a sua volta di confini, di estremi, della limitatezza dei sensi. Se non c’era un rimbalzo continuo di cose tra le cose, delle cose sulle cose, se mancava il rumore di frantumazione, nessuno era niente.» Stefano Sgambati, I…
Continua a leggere >Antonello Saiz racconta “Libro del Sole” di Matteo Trevisani
«Se Roma era stata il disegno vivente di un progetto stellare, allora ciò che avveniva lassù continuava in qualche modo a riflettersi su quello che succedeva nelle strade, nelle piazze, su quello che animava gli androni e i cortili nascosti dei palazzi. Anche se la gente che la abitava aveva cominciato a muoversi scomposta, mi…
Continua a leggere >Antonello Saiz racconta “L’isola dalle ali di farfalla” di Tito Barbini e Paolo Ciampi
«Vorrei sentirmi addosso questo uscire che è entrare, questo partire che è lasciare per diventare altro, che è perdersi e quindi forse ritrovarsi. E questa libertà, questa pienezza: vele gonfie di vento e una rotta che asseconderemo.» Tito Barbini e Paolo Ciampi, L’isola dalle ali di farfalla, Edizioni Spartaco Sono vere e proprie cartoline quelle…
Continua a leggere >Antonello Saiz racconta “Redenzione. La prima indagine di Maurizio Nardi” di Chiara Marchelli
«C’è un profondo senso di fallimento nella guarigione. Guarire significa anche perdere se stessi perché ti eri identificato con la malattia, quindi se perdi la malattia perdi anche chi sei. Ti vedevi come una persona magra, in controllo, che non mangia certe cose e che ne mangia altre, e di conseguenza vive in un certo…
Continua a leggere >Antonello Saiz racconta “Le città di carta” di Dominique Fortier
«Il mondo. Il mondo è piccolo come un’arancia. Incredibilmente complicato e di una semplicità assoluta. Il mondo può essere rimpiazzato, ricreato, annientato dalle parole. Esiste dall’altro lato della finestra: in altre parole, non esiste. Ciò che esiste: la fiamma della candela, il cane ai suoi piedi, le lenzuola di cotone, i fiori di gelsomino appiattiti…
Continua a leggere >Antonello Saiz racconta “Luminosa” di Gilda Manso
“Fausta si svegliò al terzo squillo del telefono. Tra il sonno e la veglia riuscì a intuire che il giorno non era ancora spuntato, guardò l’ora e allo stesso tempo rispose. Le cinque e venti. «Pronto», disse, con la voce impastata. Dall’altro lato si sentì prima un silenzio che tradiva una certa esitazione, e poi…
Continua a leggere >Antonello Saiz su “Il tempo di morire” e “Perché comincio dalla fine”
Nella mia cronaca indipendente vi voglio raccontare che esiste a Parma, dal 2007 ormai, una rassegna davvero unica col nome insolito de Il Rumore del Lutto. Si tratta di un Progetto culturale di ricerca e di riflessione interamente sul tema del lutto e che si svolge in vari luoghi della città. Gli ideatori e curatori…
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