Solo i giovani hanno momenti simili. Non penso ai giovanissimi. No, i giovanissimi, propriamente parlando, non hanno momenti. È privilegio della prima giovinezza vivere in anticipo sui propri giorni, in tutta la bella continuità di speranze che non conosce pause o introspezioni. Si chiude dietro di noi il cancelletto della pura fanciullezza – e ci…
Continua a leggere >Tommaso Landolfi: La pietra lunare
“Buonasera, buonasera, da quanto tempo! Come va?” Lo zio, in maniche di camicia e con certi pantaloni incartapecoriti che gli torcevano le gambe come quelle dei cavallerizzi, reggendo la porta con una mano, coll’altra faceva grandi gesti di benvenuto e poi d’invito a entrare. Dietro di lui, come in un affresco del Ghirlandaio, si vedevano…
Continua a leggere >Luciano Bianciardi: La vita agra
Tutto sommato io darei ragione all’Adelung, perché se partiamo da un alto-tedesco Breite il passaggio a Braida è facile, e anche il resto: il dittongo che si contrae in una e apertissima, e poi la rotacizzazione della dentale intervocalica, che oggi grazie al cielo non è più un mistero per nessuno. La si ritrova, per…
Continua a leggere >Antonio Tabucchi: I volatili del Beato Angelico
Il primo volatile arrivò un giovedì di fine giugno, all’ora del vespro, quando tutti i frati erano in cappella per la funzione. Fra’ Giovanni da Fiesole, dentro di sé, chiamava ancora se stesso Guidolino, che era il suo nome che aveva lasciato nel mondo per il chiostro; si trovava nell’orto per raccogliere le cipolle, era…
Continua a leggere >Memorie dal sottosuolo
Così si introduce il “sottosuolo” in letteratura! Sono un uomo malato… Sono un uomo cattivo. Un uomo sgradevole. Credo di avere mal di fegato. Del resto, non capisco un accidente del mio male e probabilmente non so di cosa soffro. Non mi curo e non mi sono mai curato, anche se rispetto la medicina e…
Continua a leggere >Jack Kerouac: Sulla strada
La prima volta che incontrai Dean fu poco tempo dopo che mia moglie e io ci separammo. Avevo appena superato una seria malattia della quale non mi prenderò la briga di parlare, sennonché ebbe qualcosa a che fare con la triste e penosa rottura e con la sensazione da parte mia che tutto fosse morto….
Continua a leggere >Iosif Aleksandrovič Brodskij: Fondamenta degli incurabili
Molte lune fa il dollaro era a quota 870 e io ero a quota 32. Il globo era anch’esso più leggero – due miliardi di anime in meno -, e il bar della Stazione, in quella gelida sera di dicembre, era deserto. Lì, in piedi, aspettavo che venisse a prendermi l’unica persona che conoscevo in…
Continua a leggere >Michele Mari: Tutto il ferro della torre Eiffel
Walter Benjamin alza lo sguardo alla volta di ferro e di vetro del passage des Princes, e ancora una volta s’incanta. Quella strada coperta che per il suo lucore larvale gli ha sempre ricordato un acquario è insieme un esterno e un interno, un limbo fra la strada e la casa: e un mentito scintillio…
Continua a leggere >Anton Checov: Il reparto n. 6
Nel perimetro dell’ospedale, sorge un piccolo padiglione circondato da un vero e proprio bosco di cardi, d’ortica e di canapa selvatica. Il tetto è tutto rugginoso, il comignolo è per metà crollato, gli scalini alla porta d’ingresso si sono imporriti e ricoperti d’erba, e dell’intonaco non è rimasto che qualche traccia. Con la facciata anteriore…
Continua a leggere >David Foster Wallace: Il re pallido
Di là dalle pianure di flanella, i grafici d’asfalto e gli orizzonti di ruggine sbilenca, e al di là dal fiume tabacco sormontato dagli alberi piangenti e monetine di sole che filtrano sull’acqua della foce, nel punto oltre il frangivento, dove i campi incolti rosolano striduli al caldo antimeridiano: sorgo, farinello, leersia, salsapariglia, cipero, stramonio,…
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