A mia insaputa, ma con gioia, leggo ora, su Relazioni: un testo di Federico Ferrari. Condivido le medesime preoccupazioni. Ieri parlando con persone che stimo, cui raccontavo allarmato le radici del discorso del ministro della cultura, ho compreso che non si preoccupavano coloro che non hanno mai letto Evola. Il pensiero del ministro si fonda…
Continua a leggere >Salvare sopprimendo
Un libro di Adriana Cavarero del 1997, “Tu che mi guardi, tu che mi racconti. Filosofia della narrazione”, riporta in esergo al capitolo Edipo – e sbaglia due volte – un testo di Muriel Rukeyser, Myth: «Molto tempo dopo, vecchio e cieco, camminando per le strade, Edipo sentì un odore familiare. Era la Sfinge. Edipo…
Continua a leggere >Borges non è mai esistito
• Ogni tanto riemerge l’historiette che Borges non sia esistito; un argentino di origine italiana mi scrive che ha le prove inoppugnabili (sic!) della veridicità sull’inesistenza, dice (lo sprovveduto) di chiamarsi Aquiles Scatamacchia, figurarsi! • La storiella è vecchia, ma siccome anche uno stolto ti può accompagnare da un genio, mi è tornata alla mente…
Continua a leggere >La delicata sofferenza di Mario Benedetti
Mi capita spesso di pensare alla delicata sofferenza di Mario Benedetti, gli occhi, un poeta verso cui provo un rimorso immedicabile per non essergli stato vicino quando ha tradotto per noi Michel Deguy e poi alla fine quando la combustione bianca delle parole sfiorava l’incomprensibile. Quella sera che gli dissi (al Teatro Elfo a Milano)…
Continua a leggere >Parole morte, parole doppie
Oggi alle 12:46 (vietandomi di fare l’elemosina a una persona che aveva dimenticato il suo nome) ho capito una ovvietà, che comunque non avevo mai compreso: ciò che è fondante conta e ciò che viene fondato è nulla, pertanto ho “visto” che la mistica non sa che farsene della teologia, di qualsiasi diologia di ognidove….
Continua a leggere >No, non ho mai imparato a vivere
Michel de Montaigne scrive nei “Saggi” (Libro I, capitolo XX): “La meditazione sulla morte è meditazione sulla libertà. Chi ha appreso a morire ha disimparato a servire.” Ricordo, me la girò Federico Ferrari, l’ultima intervista (uscita su le Monde) a Derrida: l’intervistatore gli ricordava un suo libro cruciale, “Spettri di Marx” che si apre con…
Continua a leggere >Per Roberto Calasso
Proprio stanotte ho terminato di leggere il suo “Bobi”: «Primavoltità, invece, era una parola che Bazlen aveva inventato e usava. Significava il legame fra qualcosa che era successo e chi gli dava un nome. Se questo avveniva subito, il suo carattere abrupto e irripetibile gli conferiva una qualità ulteriore, una forza d’urto che poi si…
Continua a leggere >Zamjatin. Noi
Zamjatin lo ha terminato nel 1921, giusto cento anni fa. Stamattina mi sono svegliato e mi sono ricordato dello Stato Unico e dell’invalicabile Muro verde. “Noi” parla di noi ora, qui. Il gruppo prese il nome dai Confratelli di san Serapione di Hoffmann, die Serapionsbrüder, i serapionidi, mi disse Roberto Roversi, due su tutti svettano,…
Continua a leggere >Cosa c’entra Dante con Buñuel
S’io avessi le belle trecce prese… così funziona la mia memoria, l’altro giorno con un amico si evocavano le Rime petrose di Dante, scritte per la fuggevole Pietra (che non c’era), e all’alba come un fulmine erotico quel verso: Dante sublima, svanito il desiderio si incornicia la forma. Come cosa c’entra Buñuel? S’io avessi le…
Continua a leggere >Paul Valéry e la Rete
Valéry più di 80 anni fa nei suoi “Scritti sull’arte” così descrisse la Rete: “Come l’acqua, il gas, la corrente elettrica giungono da lontano nelle nostre case per rispondere ai nostri bisogni con uno sforzo quasi nullo, così saremo alimentati da immagini visive o uditive, che appariranno e spariranno al minimo gesto, quasi un cenno….
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