Era uno di quei paesi che non ne valeva la pena. Il biglietto, raffrontato al motivo, superava le attese più miseramente elementari. Le mappe ne contenevano a fatica lo scopo per cui millantava la vita. Tecnicamente di passaggio, anche al più attento tra i viandanti, non risultava, da nessuna parte, alcun segnale d’accesso. Non se…
Continua a leggere >Paradiso Porno Boulevard (Fibonacci’s theme)
Aspire v3 non è un concetto. Regola un’autosomiglianza, reinterpretando la simulazione di una tensione. Non è un teorema. Gestisce protocolli commerciali, modulando l’erogazione del piacere ancor prima che questo diventi idea. Di ispirazione cartesiana, dissimulante quanto basta. Non ha convincimenti propri, ma pixel, tasti touch e compatibili funzioni alchemiche. Riformula la perfezione, quasi inibisce la…
Continua a leggere >Salesman of stories
Talvolta si adescava in un sorriso. Non è che fosse raro, ma quando capitava era al venerdì. Una di quelle frasi che, guadagnando la conseguenza dell’innesco, sbilancia i motivi di una intenzione involontaria. E se capitava, tutto conciliava sul treno. Come le sue consuete Church’s stringate ai piedi. Di ritorno, verso casa. Per quella circostanza,…
Continua a leggere >Siciliani. E malaminchiata
Non c’era tempo, e l’andare di posto in posto lì disegnava fermo e distante. Erano cose imparate a sentimento, quasi un elogio dell’indifferenza e per educato rispetto. Di quei delitti, noi che picciotti lo eravamo per sudore di nascita, ne legavamo a memoria non tanto il crimine, o la minchioneria, ma l’abitudine al destino. Ci…
Continua a leggere >Furibonda. Domani è già accaduto
Talune stazioni di posta, talvolta, offrono al viandante il vantaggio dell’assecondare quella certa continuità con la più “decorosa delle nostalgie” mostrando, da una parte, la spinta alla traccia e, dall’altra, i motivi dell’ultima orma. Alcune locande, ingenerando la sensazione della mappa, narrano al viaggiatore tutte le cose per cui è stato il viaggio. Lasciato quello…
Continua a leggere >L’onore del nome
È un casino là fuori. Non è come una volta, al quartiere. La cosa la risolvevi con dignità. Pretendendo rispetto anche nel misurare coltelli e cazzotti. Bastava un affondo di lama e ti mettevi in pari con le formule e i santi. Ti stava sulle palle il coglione? Ci aprivi la pancia, una, due volte…
Continua a leggere >La lunga strada
Era crudele la coerenza estetica dei check point. Mosaici perfettamente assemblati e pronti alla micidiale imbracciata. Da Charlie a Foxtrot. Come le linee armate al passaggio. E più della devastante informazione sulle prescrizioni sanitarie, la presenza chimica del tempo intimoriva così da lasciarci la vita. Poi, il silenzio. Tra videocartelli vocali, che postulavano pericoli ed…
Continua a leggere >Inservibili Resti
Da vent’anni riappiccico pezzi. Ho a che fare con “resti”. E li resuscito. Da ” lì “, solitamente, mi giungono uno alla volta … smembrati, viziati da traumi o convinzioni contundenti. Mi tocca assemblarli. Altrimenti risulterebbero inservibili. Perfino alla morte. Certifico lo scempio e ne vivifico le parti guaste. Li cucio e ne pompo le…
Continua a leggere >Teddy Barnaba e il Contagio
La strada, polverosa, emulava l’infinito. A tratti, risultava lenta. L’iconografia dello scorrere permeava il manto con alternata precisione: qui e là, sebbene forati da calibro pesanti, i cartelli segnavano la consueta rotta sud nord e la mappa verso il Ghennesaret, la nostra meta. Con orgoglio, la SS 166 fendeva ancora gli estremi della federazione. Tra…
Continua a leggere >La coincidenza non ha patria
Sono le cose che sanno essere piano, magari sotterranee al tatto di una scia. Lente, che a praticarle ci diventi il faro su cui sbatte la rotta di una vita. Succedono quando al pretesto del coltello sfugge il motivo della punta, quando l’ultima frase del viaggio promette finali di belle parole per il ritardo dovuto…
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