Oggi nasceva, a ventun anni scriveva LES ADIEUX Halblauter Falter der Sehnsucht: es trommelt die Nacht an die Kelche der Tulpen und alternde Wolken sind Wein! Was soll mein Blut nun? Tauben und Tau waren Leben. Tauben und Tau sind auch Tod… Ach Gräser, ihr Stengel der Sterne: was für ein…
Continua a leggere >Goffredo Parise ritrovato
Nell’estate del 1948 un diciottenne Parise abbandonò sconsolato la pittura per aver visto alla Biennale di Venezia i quadri di Marc Chagall. Che il russo “trasparisse” comunque dalla sua scrittura, lo intuì presto Eugenio Montale recensendo il secondo romanzo parisiano, La grande vacanza (1953), senza rilevarvi però l’ascendente di un altro grande avanguardista, quel Georg…
Continua a leggere >Parise e Capote: un incontro quagliato?
Non compare in nessunissima bibliografia parisiana, mai citato da nessuno, eppure l’ho scovato. Sul modo, dico solo che la soddisfazione è pari alla fatica. S’intitola Visita al Bambolo, e uscì il 15 ottobre 1953 sul “Giovedì”, settimanale di fatti e di idee diretto da Giancarlo Vigorelli1. # Mr. Truman Capote soggiorna a Taormina2, Capri, Ischia3,…
Continua a leggere >Celan primo e ultimo
Le due poesie di Paul Celan (Czernowitz, 23 novembre 1920-Parigi, 20 aprile 1970) qui tradotte in prima mondiale delimitano in modo emblematico l’itinerario poetico del loro autore. L’una appartiene a un quaderno consegnato all’amica Ruth Kraft nell’estate del 1944. Collocata all’inizio del quaderno e pubblicata poi come prima di una breve serie nel 1948 sul…
Continua a leggere >Domenica è sempre domenica? 2
Perché al Parente del 2003, quello cioè esordiente sul “Domenicale”, non piace più il Busi di “Nudo di madre” che invece nel 1998 aveva raccomandato a Mughini? Non si tratta solo di girotondi e comparsate televisive: in quell’anno e con quel libro Busi infatti virava in una direzione moderata, dopo le audacie sulla pedofilia al…
Continua a leggere >Due modi di ambulare in versi
I. Eccezionalmente ieri mi sono fiondato alla Feltrinelli con un bersaglio preciso: il tomo secondo delle “Poesie”di Rilke (Gallimard Einaudi, 1995). Da tempo l’avevo perso, dall’estate in cui a Sierre tradussi il “Requiem per un’amica” (disponibile in rete). Assai poco freudiano in questo dacché non ci tenevo affatto, lo divenni in seguito, precisamente ierlaltro, allorché…
Continua a leggere >L'auto rossa
“I migranti”, romanzo breve (ma Arno Schmidt diceva: svelto) del 1952, narra di due profughi slesiani reinsediati da un paesino tedesco del nord a un altro del sud – due di dodici milioni più o meno vittime della stessa sorte[1]. Lei giovane vedova di guerra, lui meno giovane scrittore disoccupato: si incontrano, si amano (nel…
Continua a leggere >Un'analisi del voto
Nel 1955 Arno Schmidt era nei guai. Non che non ci fosse aduso (5 anni al fronte, 1 di prigionia, 4 da profugo e il resto da reinsediato), ma ora la novità: il tribunale di Treviri vuole trascinarlo alla sbarra per blasfemia e pornografia causa romanzo breve appena uscito (“Paesaggio lacustre con Pocahontas”). La cosa…
Continua a leggere >Parise e Capote: un incontro mancato?
Ne I veri nomi di Andrea De Carlo, il protagonista è un geniale sfigato di Quarto Oggiaro che svolta facendosi pagare da un editore finte interviste alle rockstar più inarrivabili. Lo conosco bene, era mio amico e lo rimane, solo che sta a Los Angeles dai primi anni Ottanta, allorquando dovette telare per motivi attinenti…
Continua a leggere >Orecchie* 3
Il 29 aprile scorso Giuseppe Genna aveva postato sul suo blog “La poesia italiana fa schifo”, un breve articolo che solo lui poteva miracolosamente rendere prolisso, sicché trascelgo: “Due parole sulla poesia italiana in questi ultimi due decenni: dov’è finita? Non c’è. […] Nessun poeta ha colto minimamente la chance trasformativa di questi vent’anni, che…
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