Il 27 marzo 1968 Blanchot scrive a Derrida di aver “renvoyé les épreuves à Fédier”, e aggiunge: “nous n’avons peut-être pas le droit (du moins pour l’instant) de parler à Levinas, risquant, en lui parlant c’est-à-dire en l’instruisant de ce que peut-être il ignore, de lui faire une peine infinie, et venant d’une certaine manière…
Continua a leggere >Domenica è sempre domenica? 3
Il 18 aprile 2000 comparve su Il Giornale l’annuncio di un incontro al Palazzo delle Esposizioni di Roma sul tema: Può un libro avere la lebbra? Lettura, censura e tabù, con la partecipazione di Castelvecchi, Guerri, Mughini e Sgarbi. Accanto all’annuncio, la recensione di Guerri stesso a Mamma, “libro che parla di un incesto fra…
Continua a leggere >Orecchie* 2
_ («C’è qualcosa che non mi ha mai convinto», mi fai, «riduciamo quasi a niente le ricerche, si ha spesso ragione da principio, è questo / il marcio / della dialettica; // solo i pronomi hanno il vocativo. i nomi propri sono sconci quando usati per rivolgersi ad un ente; // combiniamo le premesse, sventoliamo…
Continua a leggere >Sessantotto segreto # 3
Derrida racconterà a Janicaud vent’anni dopo: “c’est Jacqueline Laporte qui, m’a-t-on dit, pour protéger son mari, a alerté Blanchot” (op. cit., II, p. 98). E Blanchot, che dalla guerra d’Algeria sia era ritirato dalla politica attiva nonché passiva, si allerta subito scrivendo il 25 gennaio 1968 a Derrida: “depuis deux jours, ayant été mis, en…
Continua a leggere >Orecchie*
# . Tu tienimi e io mi trasformerò in meraviglia, tra le tue mani, al caldo, quel caldo che di notte fa crescere il grano. Porta il corpo amato, come vita segreta – preservata – sotto lo spesso ghiaccio della memoria. Tu tienimi come guscio di noce nel pugno fessura tra i mondi. C’è silenzio…
Continua a leggere >La grande monnezza
Arno Schmidt sosteneva che col climaterio si affievoliscono le tre istanze psichiche confliggenti (Es, Io e Super-io), lasciando così spazio a una quarta, lo humour. In effetti, è un decorso sperimentalmente verificabile in parecchi autori, buon ultimo il quarantaquattrenne Massimiliano Parente, di cui ora esce Il più grande artista del mondo dopo Hitler. Gli esordi…
Continua a leggere >Parente, Moresco e un Conte in sospeso
Il rapporto tra Massimiliano Parente e Antonio Moresco, a considerare gli scritti, risulta procedere per anni a senso unico. Il primo infatti, nell’ordine: 1- recensisce su Il Domenicale del 14 febbraio 2004 Canti del caos. Seconda parte (Rizzoli 2003)1; 2- dedica La Macinatrice (Pequod 2005) “a Antonio Moresco, al genio irredento”2; 3- recensisce su Il…
Continua a leggere >Parente, Berselli e Grasso che cola
I giornali sono carta da culo.1 Editorius su Italia Oggi del 23 settembre 2008 lo definì impietosamente “l’Umberto Eco dei poveri”, ma il fondo di verità in questo pizzicotto è che, fatta salva la distinzione qualitativa fra un semiologo (per di più romanziere) e un giornalista, Edmondo Berselli dell’Umberto serbava l’eco di una certa…
Continua a leggere >Parente o delle strutture elementari della parentela
I. Nel 2007 Carla Benedetti e Massimiliano Parente duettarono a stretto giro sulla questione dell’editing. Iniziò la prima su L’Espresso del 23 febbraio: “La figura emergente dell’agente letterario-editor sta rivendicando il suo diritto a pregiarsi, quasi come un co-autore, dei libri a cui lavora. E per quanto i ‘suoi autori’ ne siano felici, è evidente…
Continua a leggere >Domenica è sempre domenica? 1
I. Il Domenicale, settimanale di cultura fondato e finanziato dal neosenatore Marcello Dell’Utri1, esordì il 22 ottobre 2002 in pompa magna e in sordina: in pompa magna perché, allegato gratis a Panorama, raggiunse suppergiù 300.000 lettori; in sordina perché, con le sue quattro pagine di cui l’ultima occupata da pubblicità, offriva solo articoli anonimi, attribuibili…
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