Zamjatin lo ha terminato nel 1921, giusto cento anni fa. Stamattina mi sono svegliato e mi sono ricordato dello Stato Unico e dell’invalicabile Muro verde. “Noi” parla di noi ora, qui. Il gruppo prese il nome dai Confratelli di san Serapione di Hoffmann, die Serapionsbrüder, i serapionidi, mi disse Roberto Roversi, due su tutti svettano,…
Continua a leggere >Cosa c’entra Dante con Buñuel
S’io avessi le belle trecce prese… così funziona la mia memoria, l’altro giorno con un amico si evocavano le Rime petrose di Dante, scritte per la fuggevole Pietra (che non c’era), e all’alba come un fulmine erotico quel verso: Dante sublima, svanito il desiderio si incornicia la forma. Come cosa c’entra Buñuel? S’io avessi le…
Continua a leggere >Paul Valéry e la Rete
Valéry più di 80 anni fa nei suoi “Scritti sull’arte” così descrisse la Rete: “Come l’acqua, il gas, la corrente elettrica giungono da lontano nelle nostre case per rispondere ai nostri bisogni con uno sforzo quasi nullo, così saremo alimentati da immagini visive o uditive, che appariranno e spariranno al minimo gesto, quasi un cenno….
Continua a leggere >Che non degeneri in lavoro!
Attenzione che tutto ‘sto ragionare non degeneri in lavoro! Disse Achille Castiglioni, così mi ha riferito Flaviano. Che in fondo è la domanda di Pasolini-Giotto: Perché bisogna realizzare l’opera quando è così bello sognarla soltanto?
Continua a leggere >La Veduta di Delft
La Veduta di Delft è un olio su tela di Jan Vermeer. Per Proust era il quadro “più bello del mondo”. Davanti al quadro di Vermeer, Bergotte, lo scrittore, un personaggio di Alla ricerca del tempo perduto, si sente male (morirà poco dopo, “la gravità delle vertigini non gli sfuggiva” scrive Proust, anzi traduce Giiovanni…
Continua a leggere >Sognando Marguerite o Yourcenar
Stanotte ho parlato a lungo con lei, ma non so se con Marguerite o con Yourcenar e cosa più grave ancora non so con quale io. I sogni non sono altro che inganni cui affidiamo un potere spropositato.
Continua a leggere >Vicino alla dimora del serpente
Ottavio Fatica, di cui è inutile dire la magistrale autorevolezza, anzi mi sento superbo solo a nominarlo a dire il vero, comunque un paio d’anni fa ha pubblicato un libro molto complesso, ma limpido, si intitola “Vicino alla dimora del serpente”; gli avevo anche promesso una lettura puntuale e una lettera che non gli ho…
Continua a leggere >Heidegger interroga René Char
Durante il seminario, a Le Thor nel 1966 (ma bisogna controllare l’anno e il luogo), lungo le discussioni, Heidegger (quello piccolo a dx) ha interrogato René Char (il gigante a sx), chiamato in disparte, su come fosse interpretabile una frase di Arthur Rimbaud: «La Poesia non ritmerà più l’azione; sarà davanti».
Continua a leggere >Le tre pere di Cézanne
Possiamo, per farglielo capire, provare con la teoria che la discordanza talvolta fa evolvere la cognizione? Abbiamo studiato Heidegger (che mi fastidia solo a pensarci) per niente? Cosa ci ha spiegato a fare che l’opera d’arte è un urto, lui lo nomina Stoss: l’urto dell’arte: avvertire la pro/vocazione davanti all’opera che ci sia anzi che…
Continua a leggere >Gli aggettivi mangiano i sostantivi
Una volta Peppo Pontiggia ha detto, a me lo ha detto Alfredo Giuliani che Pontiggia lo detto, ma non sono sicuro lo abbia detto, ché Giuliani, come faccio anche io del resto, attribuiva ad altri frasi che aveva detto lui, per esempio anche io spesso dico: Come diceva Calvino (senza precisare quale dei Calvino) o…
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