La scrittura è un continuo andirivieni fra prove diurne, in cui si narrano i propri principi etici o si prega il proprio Dio, e quelle notturne, ovvero l’infernale ambito in cui l’umano ascolta e imita ciò che ordinano i demoni che si è allevato in testa, ovvero i fratellastri incogniti che albergano nella prigione del…
Continua a leggere >A tutte le donne
A tutte le donne da cui ho imparato (e soprattutto disimparato qualcosa compromesso dall’abitudine) una poesia di Ghiannis Ritsos, La disperazione di Penelope (senza andare a capo): Non è che non lo riconobbe alla luce del focolare; non erano gli stracci da mendicante, il travestimento – no; segni evidenti: la cicatrice sul ginocchio, il vigore,…
Continua a leggere >Rileggere Democrito e Severino
Due appunti privati messi qua nel mio diario in pubblico: Umberto Eco, La lingua dell’Europa è la traduzione. (2) Ricordare che nell’abusato frammento di Eraclito Πόλεμος πάντων μὲν πατήρ ἐστι, πάντων δὲ βασιλεύς, καὶ τοὺς μὲν θεοὺς ἔδειξε τοὺς δὲ ἀνθρώπους, τοὺς μὲν δούλους ἐποίησε τοὺς δὲ ἐλευθέρους – (Copio la trad. da Wiki: Polemos…
Continua a leggere >Donne extraordinarie
Erano forse “spontanee” Emily Brontë, Emily Dickinson, Marina Cvetaeva, Sylvia Plath, Anne Sexton, Amelia Rosselli? Donne extraordinarie che si sono date la morte (o si sono sottratte alla vita). Come scriveva Antonia Pozzi in un testo del 1935, “Per troppa vita che ho nel sangue…”. • Fu Amelia Rosselli [qui fotografata magistralmente da Dino Ignani]…
Continua a leggere >Gadamer. La volontà di sentire ciò che è praticabile
Nella prefazione alla seconda edizione tedesca di Wahrheit und Methode (poi pubblicata, Verità e metodo, una generazione successiva da Bompiani tradotta da Gianni Vattimo) Gadamer più o meno diceva che è urgente e necessario per l’umano non solo il tenace volersi dentro ai massimi problemi, ma è urgentissima la volontà di sentire ciò che è…
Continua a leggere >Il rapimeto di Edmond Jàbes
Con Jàbes io posso dire fu rapimento. E quando una scrittura di rapisce? Ovvio, quando ti nomina in tua vece. Ieri ho ripreso in mano, grazie a un giovane amico, Dal deserto al libro, la conversazione “di” Edmond Jàbes “con” Marcel Cohen, (di e con e non fra), dice: L’idea di andare a vivere in…
Continua a leggere >Casanova scrisse all’orrendo signor Faulkircher
Mi viene in mente la lettera che Casanova scrisse e non spedì al maggiordomo presso il castello di Dux del conte di Waldstein: l’orrendo signor Faulkircher. Casanova è in esilio volontario a Dux, Boemia, egli aveva conosciuto Rousseau e Voltaire, aveva viaggiato in lungo e in largo sulla terra straniera e sui libri, gli unici…
Continua a leggere >La poesia che non scompare
Ricorda Borges in “L’invenzione della poesia. Le lezioni americane” che la poesia, quella che non scompare, migliora con gli anni, come il vino se è buono, solo se è buono, e chiama il sonetto di Dante Gabriel Rossetti che comincia così: What man has bent o’er his son’s sleep to brood, How that face shall…
Continua a leggere >Giorgio Manganelli & Giacomo Leopardi
Pensando a uno scrittore amico uscito dall’ospedale mi vengono in mente due annotazioni di grandi autori che avevo scelto per una presentazione di un suo libro che poi non ho fatto, non c’ero, sono sempre da un’altra parte, non so, il primo è Giorgio Manganelli (che Iddio lo benedica ovunque egli sia!) e l’altro è…
Continua a leggere >Pinocchio e il punto di vista
Al Palazzo delle esposizioni di Roma ho visto una sala con tanti Pinocchio di Jim Dine, uno più bello e inquietante dell’altro. E dove è andata subito la memoria? A Paolo Fabbri che su Pinocchio aveva sempre la penultima parola, e se una cosa mi brucia è di non poter più realizzare (senza di lui…
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