In mezzo alla volgarità del quotidiano talvolta arrivano dei ricordi che illudono e rimettono in gioco un sentire comune e una catena di conseguenze; oggi per dire mi è tornata alla mente questa foto, vado a memoria, ricordo il tavolo nella casa/studio di Alberto Abruzzese da dove l’ho postata, erano i primi mesi del 2014…
Continua a leggere >Pinocchio e Casanova
«N.B. Dovrebbe ricordare anche Pinocchio a tratti» annota in basso a destra Federico Fellini, mi fa constatare Paolo Fabbri che aggiunge quanto sia risaputo che Casanova è la “prosecuzione” di Pinocchio. Fabbri ha evidenziato il rapporto tra Casanova e Pinocchio: il Pescecane diventa una Balena davanti alla quale urla l’imbonitore davanti alla Grande Mouna: inoltre…
Continua a leggere >I cani di Gabriele D’Annunzio
Il piccolo cane sommerso dalla sabbia in questa opera di Goya (1821) guarda un Grande cane, il fatto è che non me ne ero mai accorto. Gabriele D’Annunzio scrisse questa poesia, forse l’ultima, il 31 ottobre 1935: Qui giacciono i miei cani gli inutili miei cani, stupidi ed impudichi, novi sempre et antichi, fedeli et…
Continua a leggere >Samuel Beckett. Finale di partita
Silenzio! Dov’ero rimasto? S’è inceppato. Siamo tutti inceppati. Si incepperà tutto adesso, non ci sarà più voce […] Un lungo silenzio si diffuse… (bella questa!). • Del lavoro e x t r a – di Gabriele Frasca su Beckett ne parleremo fra un ventina d’anni, quello che appare manifesto, anche da un lacerto come questo…
Continua a leggere >Guy Debord e l’opera cinematografica
Ridurre a uno [secondo il rasoio di Occam che indica di non moltiplicare gli enti oltre la necessità, entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem] quaderni e quadernetti e fogli sparsi dove ho appuntato cose che non comprendo più; quanta passione però, che fiducia nelle parole altrui, l’assenza di cinismo mi sorprende e l’esagerata fiducia e…
Continua a leggere >Da Rodolfo Wilcock a Elémire Zolla
Nel 1961, Il Saggiatore nella “Biblioteca delle Silerchie” (la copertina la disegnò Balilla Magistri) pubblicò Luoghi comuni di Rodolfo Wilcock, dove una poesia, Nella colonia, W. la dedica a Elémire Zolla: Rilegge il suo passato come un libro dal protagonista invulnerabile che attraversando selve e montagne riesce a arrivare alla maturità senza contaminazioni. Un bianco…
Continua a leggere >Aby Warburg e mio padre. Il libro di cui hai bisogno
Come diceva sempre mio padre con il suo asintotico e ironico atteggiamento: il libro di cui hai bisogno è accanto a quello che cerchi. Bene, oggi ho scoperto che questa affermazione è stata scritta da Aby Warburg a proposito dell’apertura (geniale!) della biblioteca dove le persone possono circolare fra i libri esposti: “così che ti…
Continua a leggere >Pasolini, Testori e il Teatro
Oltre mezzo secolo fa Pier Paolo Pasolini (1922) con il Manifesto per un nuovo teatro uscito su “Nuovi argomenti”, gennaio-marzo 1968 e Giovanni Testori (1923) con Il ventre del teatro pubblicato su “Paragone”, giugno 1968, toccano alcuni punti nevralgici che dovremo riesaminare con urgenza. Scrive il primo: La sua novità consiste nell’essere, appunto, [teatro] di…
Continua a leggere >Nadia Fusini e le Sorelle Brontë
Nadia Fusini in Nomi. Undici scritture al femminile, 1986, scrive: La vita si basa su un principio di distruzione: il vivo è semplicemente il superstite, colui che abita nel mondo, e lì conduce la sua vita di stenti, e lì investe, anche se per breve tempo, le proprie attese. Così fa Charlotte, del resto: è…
Continua a leggere >Le Poesie di Mandel’štam
Millenovecentosettantadue, quindici anni. Oggi sfrecciando verso Roma un poeta al telefono mi ha evocato la descrizione di una descrizione di Pasolini a proposito delle Poesie (1972), tradotte per Garzanti da Serena Vitale (che mai ringrazieremo abbastanza) di Mandel’štam – una delle voci più alte del novecento russo con Anna Achmatova e Marina Cvetaeva – assassinato dagli…
Continua a leggere >