La conclusiva brevità, manuale di scrittura. Oggi il mio compagno Marco d’Oggiono m’ha dato un libro sulla prospettiva, scritto sotto dettatura del maestro Leonardo da Vinci. Il libro comincia così: Tra gli studi delle naturali cause e ragioni, la luce diletta più i contemplanti; tra le cose grandi delle matematiche, la certezza della dimostrazione inalza…
Continua a leggere >Straordinaria e infernale vita di Girolamo Cardano
Quando avevo vent’anni mi ero fissato sulla straordinaria e infernale vita di Girolamo Cardano (grazie a Roberto Roversi), un’esistenza quella del medico-matematico sempre in bilico fra gli studi sulla probabilità, Liber de ludo aleæ, e il gioco d’azzardo. Se un giorno pensassi di progettare 99 libri dedicati alle persone che hanno trasformato la catastrofe del…
Continua a leggere >Vivere?
Che brutti scherzi fa la memoria, per esempio confondere Villiers con d’Aubigné (che morì quasi duecento anni prima che l’altro nascesse). Ad ogni modo la frase in “Axël”, il dramma scritto da Villiers de l’Isle-Adam, suona così: “Vivre? les serviteurs feront cela pour nous”, Montale addomesticò un po’ la traduzione. VIVERE Vivere? Lo facciano per…
Continua a leggere >La spiegazione del male
Sul Roma>Bologna delle 3 ieri c’erano due soggetti assaissimo interessanti: lei era di una magrezza che confinava con l’alterigia, trent’anni, lui di una balbuzie che invocava soccorso, qualche anno di meno; non so se si amassero o si fossero amati, mi sono chiesto: sono fratelli? So che leggevano le lettere che Kafka scrisse a Milena,…
Continua a leggere >I pavoni mediatici sono il diavolo
Allora ve lo dico così senza mediazioni, i pavoni mediatici sono il diavolo, non scherzo, essi (Sua Necrosi Moltitudine) sono Satàn, l’Avversario, la gangraena, la cascata di topi, li maledica il dio della fatica. Dedico loro una poesiola di A. M. Ripellino nella speranza ingenua che domani pouf scompaiano, come la cascata di topi in…
Continua a leggere >Difficile incontrare un cretino che non sia intelligente
Quello che mi ha tormentato da giovane è stato il complesso di superiorità, a cui seguiva il danno provocato dall’autoumiliazione, ovvero l’autocompiacimento distruttivo; è inutile negare il sollievo che ci deriva dall’umiliare se stessi. Sappiamo che ci stiamo liberando del peso del macigno quando nuovi o vecchi Sisifo lasciamo rotolare a valle la pietra dell’umiliazione…
Continua a leggere >Poèsiole, dòlorini e vìsibilita
Asini senza tenacia, molli. Poèsiole, dòlorini e vìsibilita, [calca molto sull’indigesta v di visibilità e sbaglia gli accenti, sono questi matti i soggetti che mi conquistano, li inseguirei fino al loro giaciglio notturno]; urla: incapaci di un prògetto, di una fàtica, senz’aria nei polmoni… “vuoti senza orrore di se stessi”. Lì non potevo non dirgli…
Continua a leggere >La tigre che mi divora
Ho sempre pensato che il mio stemma fosse questo: la tigre che mi divora mi salva, chi mi conosce me lo avrà sentito ripetere mille volte, vale per tutto, dalla poesia alla grastronomia, ma grazie a de Tocqueville ho capito che, parte per il tutto, vale per l’universo mondo. Pensa alle grandi vittorie o idee…
Continua a leggere >17 febbraio 1600
All’alba del 17 febbraio del 1600 verrà condotto in Campo de’ fiori per essere arso vivo. Giordano Bruno, in De la Causa, Principio et Uno: “chi vuol sapere massimi secreti di natura, riguardi e contempli circa gli minimi e massimi degli contrarii e opposti. Profonda magia è saper trar il contrario dopo aver trovato il…
Continua a leggere >In francese si direbbe flâneur
Baudelaire usa il termine flâneur (con valore simbolico) su Le Figaro nel 1863 e Benjamin lo riprende nei Passages dal 1925… Nel 1995, quando organizzai con Ferruccio Montanari, Patrizia Novajra, Aldo Busi, la famiglia Leopardi di San Leopardo et al. la comunicazione della mostra Il giovane Giacomo, la prima delle tre, a Recanati, poi seguirono…
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