Vergüenza ajena. Il significato di questa espressione castigliana sarà di dominio mondiale, ma io non l’avevo mai sentita. Quando un amico stamattina me l’ha citata, ho “visto” la mia patologia: ecco, questo è il sentimento che mi determina, provare vergogna e imbarazzo per l’azione altrui, sì, è ciò che mi obbliga e mi libera, mi…
Continua a leggere >Dispiace che Agamben non conosca le parole pronunciate da Lao-Tzu
Stasera commentavo (con una persona che mi sta molto a cuore) quel passo di Tarkovskij in Stalker sulla forza della debolezza e sulla debolezza della forza, ricordando che Paolo di Tarso 55 anni dopo Cristo e Lao-Tzu 500 anni prima di Cristo avevano espresso il medesimo discorso. Poi dacché sono attratto dall’oracolare Google ho cercato…
Continua a leggere >Salvare sopprimendo
Un libro di Adriana Cavarero del 1997, “Tu che mi guardi, tu che mi racconti. Filosofia della narrazione”, riporta in esergo al capitolo Edipo – e sbaglia due volte – un testo di Muriel Rukeyser, Myth: «Molto tempo dopo, vecchio e cieco, camminando per le strade, Edipo sentì un odore familiare. Era la Sfinge. Edipo…
Continua a leggere >Il diritto alla volgarità
Direi che lo ha detto bene Ortega y Gasset: «Il fatto caratteristico del momento è che l’animo volgare, riconoscendosi volgare, ha l’audacia di affermare il diritto alla volgarità e lo impone dovunque.» Parlava del secolo scorso, naturalmente.
Continua a leggere >Il Golem che sottostà all’idea degli Oracoli
In memoria di Eliza e A.L.I.C.E. ma soprattutto delle anime limpide di Cartesio e Turing e del Salmo 139:16 che allude all’informe embrione e al libro e vola in cielo come un canto e del Libro dello Splendore e il Sefer Jezira, il libro della creazione, cui trovo risarcimento fuori da ogni risentimento, per i…
Continua a leggere >L’attesa
Questa opera di Lucio Fontana si intitola “Attesa”. Tempo fa ho incontrato in Euripide una corifea delle Baccanti che dice che ciò che si attende non accade mai e che gli dei ci riservano solo sorprese e solo all’inatteso il dio apre la strada. Duemilaquattrocento anni dopo Keynes, mi dice un amico (chissà poi se…
Continua a leggere >Yet each man kills the thing he loves
Ognuno uccide ciò che ama, ha detto Sergio Brancato, citando quel verso della Ballata del carcere di Reading di Wilde: «Yet each man kills the thing he loves». D’accordo, ma quel verso lo si prende davvero se si aggiunge un corollario che per me è questo: Ognuno alimenta la bestia che detesta. In “Uscite dal…
Continua a leggere >Il cavallo a Torino ha abbracciato Nietzsche
Un amico stamattina mi ha scritto: «Non voglio discutere l’opportunità, anzi la necessità, di com-prendere i matti nel nostro orizzonte, che del resto è già quello della follia, la quale ci riguarda almeno da quando il cavallo a Torino ha abbracciato Nietzsche.»
Continua a leggere >Per Gianni Celati
• Cvetaeva descrisse Pasternak come un incrocio fra un cavallo arabo e il suo cavaliere; Celati era un pastore tedesco e il suo pastore (geniale senza gregge). L’ultima volta l’ho incontrato a Bologna, una conferenza fra ventenni mascherati da rivoltosi all’università, 2010 direi. Sala senza luce, fumosa e umida; mi fece un ragionamento così slegato…
Continua a leggere >Ri-nascere
Il barone di Münchhausen: Un altro giorno volli saltare attraverso una palude che, a prima vista, non mi era parsa larga come di fatto la trovai quando mi vidi proprio in mezzo ad essa. (…) E sarei perito senza fallo se, con la forza del braccio, presa la coda della mia capigliatura e sollevatala con…
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