Se c’è un lettore che non capisco è il lettore di Pier Vittorio Tondelli. In realtà, mi correggo, non esiste un lettore di Tondelli: esistono i fan. Come accade anche per Alberto Arbasino: di Arbasino, però, a occhi chiusi (nel senso che sono contento di non averlo mai letto) riconosco la genialità tipica da “Fratelli…
Continua a leggere >Luciano Ligabue, il vuoto a perdere della scrittura.
L’unico vero segreto del successo di Ligabue come scrittore è che se lo leggi all’incontrario escono le istruzioni per montare il salotto dell’Ikea. Più che “Il rumore dei baci a vuoto” il titolo corretto di questa raccolta sarebbe “Il rumore dei racconti a vuoto”. Perché questa nuova prova narrativa di Luciano Ligabue, la Mary Poppins…
Continua a leggere >Le correzioni a Franzen.
“Il romanzo in cui si è specchiato un milione di lettori americani”: recita così lo spot ideato da Einaudi per lanciare 2 anni fa Le correzioni: un martellamento pubblicitario di una portata invasiva davvero insolita per un libro, ma che ha sortito i migliori risultati viste le vendite e il tripudio di elogi recensori. Se…
Continua a leggere >Andrea Vitali. Un serial writer da beghine.
Le fanfare critiche hanno più o meno già suonato tutte per incensare l’ultimo libro di Andrea Vitali, nuova avventura «dell’autore da un milione di copie» come ormai viene definito uno scrittore, che almeno in termini di vendita, non sembra sbagliare un colpo. Non a caso si è parlato di fanfare perché, oltre ad una metafora…
Continua a leggere >Edward Bunker. Una bestia di scrittore.
Edward Bunker è un autore che anche alle nostre latitudini ha riscosso grandissimi consensi sia di pubblico che di critica. Un successo che, però, risulta alquanto incomprensibile: a parte la sua vita (71 anni dei quali la maggior parte trascorsa tra riformatori e penitenziari di massima sicurezza). Bunker, almeno come scrittore, è stato più una bestia…
Continua a leggere >David Foster Wallace, Il Re è pallido
David Foster Wallace è un classico autore da esibire: più commentato che letto, più osannato che amato, è un fenomeno che dice molto sull’attuale situazione della letteratura giovane non solo americana e, soprattutto, sulla misera condizione nella quale sono obbligati a barcamenarsi lettori e critici. E’ un mondo senza memoria il nostro: e fa bene…
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