Esce da Feltrinelli il terzo numero di “Sotto il vulcano” – questa volta il titolo prescelto è “Fuori luogo” – rivista trimestrale dedicata programmaticamente a “mostrare, documentare, raccontare e reimmaginare la realtà”. Vi sono coinvolti tredici tra autori e autrici italiani e stranieri, che hanno contribuito come di consueto con racconti, poesie, articoli, interviste, riflessioni.
Tra i tanti, compaiono Mircea Cărtărescu, Herta Müller, Walter Siti, Jhumpa Lahiri, Ermanno Cavazzoni, Giorgia Serughetti, Dubravka Ugrešić. E Cees Noteboom, di cui grazie all’editore pubblichiamo in anteprima la poesia intitolata Fujiwara-no Sadanobu.
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Fujiwara-no Sadanobu*
È un giorno semplice su quest’isola.
Pomeriggio, agosto, mi guardo il braccio
che scrive questo. Il mio occhio vaga
lungo spalla, gomito, mano,
sul piano del tavolo, sul cotto rosso
al suolo, su una cassa di libri,
poesie.
Le poesie sono sistemi, ciascuno di quegli elenchi
grida qualcosa, sostiene qualcosa.
Il mio occhio, che non lo vuole sentire,
vola fuori lentamente,
gerani, bougainville, muro di pietre
ammucchiate, cielo azzurro sbiancato,
finché non ribatto.
Ora guardiamo insieme una poesia
dal Giappone, cielo notturno, pallido blu,
stelle colore dell’ocra.
In mezzo parole a ghirlande,
delicate, nervose, verticali.
Non sono in grado di decifrarle.
Quello è l’universo
che ora mi chiama,
sussurri dipinti su seta,
in un tunnel di secoli,
fruscio di parole antiche,
una voce.
L’occhio diventa orecchio:
tono, senso, cadenza
scorre di poeta in poeta,
la società segreta
che si accontenta del minimo,
un alito fuori dall’ora.
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(Traduzione di Laura Pignatti)
*Nome di un poeta giapponese dell’inizio del dodicesimo secolo.