Nel 1860, pochi anni dopo essersi trasferito a Gad’s Hill Place nel Kent, Charles Dickens ricevette la notizia che un fantasma era stato avvistato nel vicino Larkin Monument. Giorni dopo, Dickens scrisse all’amico e scrittore Wilkie Collins e descrisse la caccia che ne seguì.
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Mercoledì 24 ottobre 1860.
Mio caro Wilkie,
Sono stato a Brighton per vedere Forster, e ho trovato la tua lettera al mio arrivo con l’espresso di stamattina.
Ho trovato anche una lettera di Georgina, che descrive che il cavallo di Mary è caduto all’improvviso su un sasso, e che Mary è stata sbalzata e ha avuto il suo abito da cavallerizza fatto a pezzi, e ha un taglio profondo appena sopra il ginocchio – per fortuna non nel ginocchio stesso – che sta andando molto bene, ma che probabilmente le impedirà di camminare per giorni e giorni a venire. È bene che non sia andata peggio. L’incidente è avvenuto a Milton, vicino a Gravesend, e lì hanno trovato Mary in un pub, meravigliosamente curata e assistita.
Sabato sera sono giunte voci in casa che c’era un “fantasma” presso il monumento di Larkins. Plorn1 era spaventato a morte, e io temevo che il fantasma si manifestasse e venisse lì, per un “avvertimento”, con la conseguente diserzione della servitù. Frank era a casa e Andrew Gordon era con noi. Erano le nove. Le chiacchiere e la credulità del villaggio sono sorprendenti. Armai i due ragazzi con un bastone corto a testa e impugnai la mia pistola a doppia canna, ben carica di pallini.
“Ora osservate”, dissi ai domestici, “se qualcuno fa scherzi e ha una testa, gliela faccio saltare”.
Impressione immensa. Il nuovo stalliere è evidentemente convinto di essere entrato al servizio di un demone assetato di sangue.
Saliamo al monumento. Ci fermiamo al cancello.
La luna sta sorgendo. Ombre pesanti.
“ORA, GUARDA FUORI!” (dal demone assetato di sangue, con voce forte e distinta). “Se il fantasma è qui e lo vedo, che Dio mi aiuti, gli sparo!”.
All’improvviso, mentre entriamo nel campo, si sente un rumore straordinario. Un rumore terribile. Un rumore umano, eppure sovrumano.
“Hai sentito, papà?”, dice Frank. “L’ho sentito”, risponde io.
Il rumore si ripete. Portentoso, beffardo, sordo, lugubre, maledetto.
Avanziamo verso il suono. Qualcosa di bianco si aggira nell’oscurità.
Una pecora asmatica!
Morta, a mio avviso, a quest’ora. Lasciando Frank a sorvegliarla, presi Andrew con me e feci il giro del monumento, scesi nel fossato ed esaminai bene il campo, pensando che qualcuno potesse approfittare delle pecore per spaventare il villaggio.
Il dramma si conclude con la scoperta di nessuno e il ritorno trionfale al rum e all’acqua.
Sempre con affetto.
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1. Edward Bulwer Lytton Dickens, figlio minore di Charles.