Si fa presto a dire le Carrè. Come fa l’Observer, citato in copertina a proposito di Chris Morgan Jones, autore di “L’uomo dell’inganno” (ed. Mondadori, pp. 336, euro 19), si fa presto ogni volta che ci sono di mezzo delle spie, anche se le spie, si sa, hanno subito un brusco cambio di Dna dopo la fine dei Muri. A rendere improprio il commento dell’Observer è più che altro il fatto che nel raccontare la sua storia di spionaggio industriale e di oligarchi russi, Jones si mette nei panni di un tale Richard Lock, avvocato e uomo di paglia di un genio del male, Kostantin Mali, oligarca russo delle risorse energetiche, uomo negativo e di scarso valore umano, corrotto ma impossibilitato a godere dei benefici della corruzione perché legato a doppio filo a un boss implacabile. In un itinerario tra i lussi di Mosca, Londra e Berlino, Lock cerca di sopravvivere ai suoi stessi errori. Ma la limpidezza di Le Carrè è lontana così come il suo mondo, in cui esiste ancora un’etica.
(Irene Bignardi, Vanity Fair, pag. 131, 11-1-2012)