Montale, Auden, Szymborska, citando loro e altri Roberto Galaverni traccia un ritratto del poeta e dell’esser poeta, «giardiniere della lingua, dunque come colui che ha in cura le parole non per una semplice questione di purismo formale o di conservazione archeologica, ma, ben più profondamente, per preservarne la capacità di significazione». La poesia è una lingua multipla e complessa, che si svolge su livelli diversi ma tutti compresenti, così da obbligare il lettore, se un vero lettore vuole essere, ad attivare al massimo le proprie capacità sensibili e percettive, di pensiero e d’immaginazione, di mente e di cuore, scrive l’autore. (Roberto Galavarni, pag. 43, 20-12-11, Corriere della Sera)