«Ci sono due tipi di editori… – mi pare di sentirlo il grande Valentino Bompiani – quelli che amano le proprie autrici e autori e quelli che li invidiano.» Stanotte l’ho sognato (chissà perché eravamo a Montecarlo?) e ha fatto una pausa più lunga di quella che faceva nella realtà per dire: «E io li amo.»
Bompiani presumo vedesse D-o come fosse un archivio di archivi o meglio la biblioteca che conteneva tutte le schede di tutte le biblioteche del pianeta. E una volta citò due terzine dall’ultimo del Paradiso, la visione di Dante che descriveva il divino come un libro: “Nel suo profondo vidi che s’interna / legato con amore in un volume, / ciò che per l’universo si squaderna: / sustanze e accidenti e lor costume, / quasi conflati insieme, per tal modo / che ciò ch’i’ dico è un semplice lume.”