Benvenuto su Satisfiction   Click to listen highlighted text! Benvenuto su Satisfiction

Come arcipelaghi. Intervista a Caterina Perali

Home / L'intervista / Come arcipelaghi. Intervista a Caterina Perali

Come arcipelaghi è il terzo romanzo di Caterina Perali, edito per Neo edizioni nel 2024, che chiude la Trilogia della casa di ringhiera, iniziata con Crepa (13lab ed. 2015) e proseguita con Le Affacciate (Neo ed. 2020). Come arcipelaghi affronta il tema delle nuove forme familiari e relazionali, assumendo come pretesto la procreazione assistita, attraverso una scrittura nutrita «dal desiderio di conoscere altre realtà» ma anche dallo studio delle dinamiche legali e scientifiche che ruotano attorno alla PMA. La scrittura di Perali nasce da un inciampo e dal godimento che trasforma la casualità in una narrazione che mescola il linguaggio medico e quello della chat, la trascrizione di una call e la descrizione puntuale, essenziale, degli stati d’animo e dei paesaggi. Il romanzo è una danza tra luoghi e storie, «un modo per osservare il mondo», un balcone che affaccia sull’umanità che muta, uno sguardo del desiderio sul vita delle altre, degli altri…

Gianluca Garrapa

#


Qual è stata la genesi del tuo libro e perché hai desiderato scriverlo?

È stata una genesi piuttosto lunga. Volevo scrivere un libro che parlasse di relazioni e maternità, mantenendo dei toni ironici e brillanti, ma ogni riga che scrivevo mi sembrava di una pesantezza infinita. L’inciampo narrativo è stato l’incontro con una donna che aveva appena deciso di tentare un percorso di Procreazione Assistita in Spagna, essendo single e quindi impossibilitata legalmente a farlo in Italia. Ho iniziato a intervistarla, prima lei e poi altre donne. Mi hanno condiviso cartelle cliniche, paure, desideri. Così ho spostato la narrazione più sulle relazioni e i nuovi modelli di famiglia che sulla maternità. Come arcipelaghi è nato dal desiderio di conoscere altre realtà che faticavo a comprendere. Da neo mamma quale ero, mi sembrava impossibile una scelta del genere. Non è stato facile non giudicare.


Quando scrivi, godi?

Molto.

Un estratto dal libro che è risultato più difficile o particolarmente importante: perché? Lo puoi trascrivere qui?

Il più difficile è stato il capitolo in cui Jean, la protagonista, deve trascrivere la call tra Chiara e la clinica spagnola, per avere informazioni sui trattamenti.

Non volevo diventasse un saggio di medicina, ma allo stesso tempo che non avesse delle imprecisioni sui protocolli adottati. L’ho riscritto una ventina di volte. Quanto tempo sprecato! direbbe qualcuno, ma per me era importante. È un capitolo lungo, qui sotto un estratto.

dottoressa Belen: Fuma?

Chiara: Poco. Solo quando bevo.

Belen: E quanto beve?

 – Chiara sorride. Sento che non dirà la verità  –

Chiara: Poco.

 – Mah!  –

dottoressa Belen: È mai rimasta incinta? Ha avuto aborti?

Chiara: No.

dottoressa Belen: Mi scusi, Non ho sentito.

Chiara: No, no. No incinta, no aborti.

 – Da quando è iniziata la call non ha mai smesso di dondolare la gamba sinistra. La dottoressa Belen adesso assomiglia un po’ a Penelope Cruz in Vicky Cristina Barcelona. Ecco a chi somigliava  –

«Ecco a chi assomigliava. Brava Jean! Anche un po’ in Volver, secondo me» urla Chiara a conferma della mia intuizione.

dottoressa Belen: Lei, Chiara, non ha nessun problema di sterilità. Ha degli ottimi esami ed escluderei ogni patologia. La realtà è che non ha mai tentato di restare incinta.

 – La gamba di Chiara si muove sempre più velocemente incontrando sistematicamente l’angolo del tavolino. Anch’io per emulazione inizio a muovere la mia, cercando di andare a tempo con lei, non riuscendoci, creando invece una scoordinata e fastidiosa coreografia. La dottoressa Belen non smette di ripetere il nome di Chiara, come se fosse una venditrice televisiva. Rido pensando a Roberto il baffo Da Crema  –

dottoressa Belen: Chiara, possiamo scegliere tra due percorsi. L’inseminazione di Primo livello che è quella che vorrebbe fare, oppure quella di Secondo livello, un po’ più invasiva. 

Il Primo livello di inseminazione può essere con o senza stimolazione ormonale. La percentuale di riuscita è più bassa senza stimolazione, ma comunque buona. Ci sarà un unico follicolo che ovula. Noi della clinica scateniamo l’ovulazione con un farmaco che le prescriverò io. Poi dopo aver fatto un’ecografia e degli esami del sangue che ci manderà, se la risposta ovarica sarà corretta, adesso le parlo in modo semplice, ma poi le spiegherò tutto per bene, farà un’iniezione di Ovitrelle sottocutanea, per scatenare l’ovulazione. Dopo trentotto ore la aspetteremo qui a Valencia in clinica per l’inseminazione vera e propria. Sarà tutto molto semplice. Farà tutto in Italia, tutto tranne l’inseminazione.

 – Al mio via scatenate l’ovulazione! Non ho capito quasi niente. Non si capisce quando Chiara deve partire per la Spagna. Chiedere. Fermiamo le gambe. La nostra coreografia ha un arresto  –

Poi continua spiegando tutti i passaggi i protocolli e le possibilità.

Se non fosse scrittura, cosa potrebbe essere il tuo libro?

Una balera estiva.

Che rapporto hai con la censura?

Pessimo.

Per te scrivere è un mestiere o un modo di contestare lo status quo?

Un modo per osservare il mondo.

#

Caterina Perali, Come arcipelaghi, Neo edizioni, collana Dry, 2024.

Click to listen highlighted text!