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Come l'Auditel ha cancellato la "buona" tv.

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La televisione rimane un elemento centrale nella quotidianità delle persone. Questo è il convincimento che attraversa il libro di Massimo Scaglioni “La tv dopo la tv. Il decennio che ha cambiato la televisione” (Vita e Pensiero, pag. 150, 14 euro), presentato a Milano, in Università Cattolica. «La tv – afferma il ricercatore in Scienze della Comunicazione – non ha fatto la fine dei dinosauri come aveva profetizzato il filosofo statunitense George Gilder. Non si è estinta, ma è cambiata, come nel tempo sono cambiati teatro e cinema, senza per forza di cose sparire». L’introduzione del digitale, la nascita dei social network, il progresso tecnologico hanno rappresentato una rivoluzione, cambiando le modalità delle persone di guardare la televisione. Oggi, cosa impensabile solo un decennio fa, la tv può essere vista dappertutto, basta avere con sé un telefonino o un computer. Secondo Scaglioni, tuttavia, la televisione generalista, continua ad affermare la propria centralità: «una centralità culturale visibile nel ruolo sussidiario che la tv ricopre nei confronti dell’industria della musica, si pensi ad esempio al talent show “X-Factor”; oppure alla centralità simbolica espressa dai talk politici, diventati un ibrido, a metà tra informazione e intrattenimento».
(Alberto Galimberti – La Provincia di Como, Lecco, Sondrio e Varese – Pag. 52 – 24/01/2012)

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