Senza sentimentalismi, ma con uno stile aspro e contratto, Olivier Adam ne “Il cuore regolare” (Barbès) mette al centro della narrazione il bilancio di una vita, che Sarah, la protagonista, persa dietro la felicità apparente di matrimonio, lavoro, soldi e relazioni lusinghiere, ha lasciato trascorrere senza mai decidere davvero nulla. Olivier Adam, con lo stesso “panteismo salvifico” di D. H. Lawrance, racconta come, una volta caduti, ci si rimette in piedi.
(L’Internazionale, p. 74, 13-1-2012)