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Crack. Intervista alla Redazione

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La rivista Crack è un concentrato di “dis-connessioni” letterarie. È gratuita (ma gratis non vuol mica dire sciatto?) e autogestita (per questo non ha padroni) e a tutta la redazione non piace annoiarsi per questo cercano racconti ben scritti, sperimentali, che possano stupire e rompere anche qualche schema.

Michele Crescenzo

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Cosa ti/vi ha spinto a creare una rivista letteraria? E quanto tempo fa è successo?

Crack nasce nell’autunno 2018 da una scissione, perciò di fatto noi avevamo già fondato una rivista e la facevamo da qualche anno. Dopo un mese che siamo stati fermi abbiamo capito che per noi questa per la rivista letteraria è una dipendenza e allora abbiamo creato CRACK. Forti dell’esperienza passata abbiamo scelto di avere una redazione più snella, più affiatata e con le idee più chiare sul cosa fare e non fare.

Prova a definire la tua/vostra rivista in poche parole.

Mai noiosa.

Quanti numeri sono già stati pubblicati e quando uscirà il prossimo?

Ad oggi (ottobre 2021) sono usciti 11 numeri e 3 speciali. I prossimi numeri in uscita sono: il numero 12 (previsto in inverno) e uno speciale tutto dedicato al Noir in collaborazione con il festival Dora Nera, che uscirà a novembre.

Cosa cercate e pubblicate? Racconti, estratti, poesie? Hai/Avete un genere o delle regole precise?  

La sola regola che mettiamo è che le opere stiano nelle 15.000 battute spazi compresi. Non mettiamo limiti di genere però vogliamo solo racconti. Per le rubriche, i fumetti e le altre cose strane che pubblichiamo, di solito sono idee che vengono fuori in modo estemporaneo perciò siamo noi a cercare i contatti volta per volta.

Cosa deve fare un autore per convincerti/vi a pubblicare un suo lavoro?

Deve avere una storia da raccontarci. Difficile che ci convincano le scritture troppo autocompiaciute o con un linguaggio forzato e pieno di parole ricercate non adatte a quello che raccontano ma scelte solo per sembrare fighi.

Pubblicate anche in cartaceo? Se sì, dove si può trovare la tua/vostra rivista?  

Sì, abbiamo anche una tiratura di circa 400 copie a numero. Le si trovano “aggratis” in alcune librerie italiane (l’elenco è sul sito www.crackrivista.it)

Qual è la soddisfazione maggiore o inaspettata che ti/vi ha dato la tua/vostra rivista?

Soddisfazioni tante: ogni volta che prendiamo in mano una copia cartacea ci riempiamo di meraviglia: “ma ché, davvero l’abbiamo fatta uscire noi?”. E questo è possibile solo perché abbiamo potuto scegliere tra tanti racconti di qualità (grazie autori che ci affidate le vostre opere!). Ma abbiamo avuto tanta soddisfazione anche grazie a belle collaborazioni (Arcigay Torino, L’intersezionale, Play with Food – La scena del cibo, Leggere fa male per citarne alcuni) e a professionisti fantastici che ci hanno contattati per regalarci la copertina.

Cos’è che ti/vi ha fatto davvero cascare le braccia?

L’approccio arrogante di chi vuole spiegarci come fare la rivista: a noi piacciono i consigli ma il “Magazinesplaining”, anche no. Insomma: se entri in casa nostra, fallo con un minimo di cortesia se no quella è la porta.

Cosa ti/vi spinge ad andare avanti in questa attività così poco (o per nulla) produttiva?

(per nulla produttiva: la stampa la autofinanziamo)

Quello che proprio ci gasa è il racconto “wow”: la storia che ti sorprende e ti avvince fino all’ultima riga. Quando capita, e capita almeno una volta a numero, è un’emozione pazzesca.

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