Pietro Citati ricorda Vittoria Guerrini, in arte Cristina Campo, una delle voci più alte della poesia del Novecento. L’amore sviscerato per Firenze, la guerra, i 4 gatti, le letture di Hölderlin, la Dickinson, Hofmannsthal, T.E. Lawrence, Simone Weil, Pasternak; il periodo romano (“in piazza Sant’Anselmo, sull’Aventino. Dapprima nella stanza di un piccolo albergo, dove tutto sapeva di Emily Dickinson”) e infine la morte nel ’77, annunciatagli da Elémire Zolla.
(Pietro Citati, pag. 32, Corriere della Sera, 5-1-12)