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Cristina Stillitano anteprima. A luglio non succede mai niente

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Il male senza speranza: “È la vita che non perdona, la colpa che non se ne va. Il buio è in noi”.

La paura del nuovo amore: “Sarebbe stata abbastanza per lui? Avrebbe saputo riempire quel pozzo senza fondo percepito nel suo cuore?”

Le solite vittime: “Persone scannate, avvelenate, fatte a pezzi, impiccate, bruciate. Uomini, donne, vecchi, giovani. Mai un bambino”.

È in libreria A luglio non succede mai niente di Cristina Stillitano (Piemme Edizioni 2024, pp. 368, € 14).

Cristina Stillitano, giornalista professionista e scrittrice, vive e lavora a Roma. Nel 2018 ha autopubblicato il primo episodio della serie Le inchieste di Clodoveo, intitolato Cuore di passero ha la morte, che ha ottenuto un grande successo tra i lettori, raggiungendo il primo posto tra i bestseller della categoria noir. Da allora, altri successi sono seguiti: La donna a metà nel 2020, Andrai Tornerai Non Morirai, che ha vinto il premio letterario Amazon Storyteller 2021, e “La giostra del perdono”, pubblicato da Piemme nel 2023. I diritti della serie Le inchieste di Clodoveo sono stati opzionati per una serie TV.

Nell’estate torrida del ’57 il commissario Clodoveo deve mantenere la lucidità. In un palazzo dei Parioli a Roma, una famiglia è stata trovata morta: l’avvocato Braschi, sua moglie e il figlio Benedetto. Solo la figlia maggiore, Ardenia, è sopravvissuta, ma è gravemente ferita e non ricorda nulla. Nello stesso stabile è avvenuto anche un furto con scasso.

L’unico testimone è il portiere della palazzina di fronte, che ha visto un uomo fuggire. Il questore decide di affiancare a Ardenia uno psichiatra per aiutarla a recuperare la memoria. Intanto, Clodoveo, che lotta anche con i suoi dolorosi ricordi personali, cerca di risolvere il caso mentre si prepara al suo matrimonio con Fiorella, previsto tra sette giorni.

La descrizione è accurata e profonda. La scrittrice, appassionata degli anni Cinquanta, ritrae e interpreta personaggi immersi nella quotidianità dei nonni dei cinquantenni di oggi, restituendo un mondo affascinante e vivo. Un mondo oggi impensabile, caratterizzato da profondi valori di solidarietà e coesione tra persone, dai colleghi ai vicini di casa.

Il romanzo non è solo un giallo, ma anche il racconto di un’epoca in trasformazione, dove convivono generazioni diverse con esigenze differenti. L’autrice coglie questa frattura nel periodo subito dopo la guerra, un periodo affascinante e poco indagato. Prima del boom economico e del consumismo che, come ricordava Pasolini, avrebbe stravolto le tradizioni intime delle comunità italiane in un modo che nemmeno il fascismo era riuscito a fare.

In questo mondo l’autrice ambienta un giallo avvincente che colpisce il lettore e lo conquista.

Carlo Tortarolo

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Aprì la porta con un nodo in gola.

Di nuovo, quel senso di smarrimento. L’odore di chiuso, un’opprimente immobilità. 

Clodoveo, suo malgrado, la percepì. La vita era lì. Non voleva andarsene, non poteva andarsene. Soffocata tra i divani e il televisore spento, avvinghiata al seggiolone di Benedetto, imprigionata in quel salone fermo nel tempo. 

Raggiunse la finestra e spalancò l’imposta. Il sole del pomeriggio lambì il lungo tavolo rettangolare. La tovaglia di lino con le foglie ricamate, minuscoli puntini di briciole. La bottiglia di Barolo senza tappo, un lieve sentore di aceto. Accanto, il piattino dai bordi dorati. 

Ricordava ogni dettaglio, così come i due tovaglioli al centro del desco e il terzo sulla sedia del capotavola, quella più vicina alla porta d’ingresso. Tutto rimasto com’era. Respirò. La vita interrotta sembrava aspettarlo in quella casa. E lui era tornato. 

Si fece avanti, seguendo la traccia delle orme sparse sul pavimento. Le studiò ancora una volta. Tante, mescolate, cancellate. In quella confusione di orme, c’era tutta l’agitazione forsennata di chi s’era trovato in quel mattatoio. Soccorritori, poliziotti e, anche lui, l’assassino. 

Alzò di nuovo lo sguardo. La cucina era giù in fondo. La luce ora si spingeva fin lì per accarezzare il seggiolone vuoto. Il bavaglino se ne stava appeso esattamente come l’aveva lasciato. L’orsetto ancora sorridente sul suo aeroplano. Anche la vita di Benedetto era aggrappata alle sue piccole cose. La pappa era pronta per lui e doveva mangiarla, come ogni altro bambino. Distolse lo sguardo. A terra, poco distanti, gli schizzi scuri di sangue. Il sangue di sua sorella, Ardenia.

Estratto da A luglio non succede mai niente di Cristina Stillitano, © 2024 Mondadori Libri S.p.A.

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