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Daniela Gambino. La scighera

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Un romanzo particolare e a suo modo audace La scighera di Daniela Gambino che nasce a nuova vita con i tipi di Revolver Edizioni una piccola indipendente casa editrice che ha saputo incontrare lo sguardo ironico, divertito eppure nostalgico di Daniela Gambino e le ha dato una seconda occasione. Questo romanzo ha davvero una storia curiosa: pubblicato da Jack Edizioni con il titolo Due fuori luogo era stato proposto nel 2023 al Premio Strega da Fulvio Abbate, ma dopo pochi mesi, oscure le motivazioni viene ritirato dal commercio. I tipi di Revolver lo scoprono, se ne innamorano e ri-nasce diventando La scighera mai titolo fu più centrato. “Ogni volta che dice nebbia, puntuale, suo padre le ricorda a Milano la chiamano la scighera”

Dentro la nebbia di Milano ci sono una lei e un lui. Nadia detta Paturnia e Giuseppe. Nadia è di Palermo e Giuseppe di Catania, entrambi intrappolati dentro una grande bolla che hanno voluto con tutte le loro forze provare a conquistare. Nadia è una creativa, Giuseppe un mago della finanza, si incontrano su una chat e attraversano la nebbia che li separa perché ognuno a modo suo decide di salvare la vita dell’altro, provando a salvare se stesso.

Questo romanzo di Daniela Gambino è di una attualità sorprendente. Il ritmo della scrittura e la struttura stessa del romanzo sembra emettere suoni. E i suoni sono, non solo quelli di una città aggressiva come Milano, ci sono altri suoni, il rumore del mare, la Sicilia e la Liguria con le loro risacche e le risate rauche. Un mondo a parte che solo coloro che ne fanno parte possono salvare dall’oblio e dalla dimenticanza.

Nadia e Giuseppe lavorano da oltre venti anni a Milano e non pensano a tornare, ma in quell’incontrarsi, in quel volersi disperatamente amare trovano qualcosa di dimenticato, qualcosa che si sono lasciati alle spalle e che torna all’improvviso. Il loro essere profondamente, in maniera quasi sconcia appartenenti alla loro terra, alla loro isola, quella Sicilia che sa aspettare silenziosa un ritorno.

Come scrive Fulvio Abbate, la storia di Nadia e Giuseppe è “una epopea struggente, quella dei siciliani a Milano, al tempo di Instagram, racchiusa nel microcosmo nascosto di una relazione sentimentale tra emigranti, a loro modo intellettuali, iperconnessi, digitalizzati”.

La scighera è un romanzo a suo modo innovativo che utilizza il linguaggio del nord, le droghe del nord, la nebbia del nord, l’arroganza del nord per raccontare i colori del sud, le nostalgie del sud, le parole del sud, l’abbandono del sud. La scighera è un romanzo politicamente scorretto che affronta tematiche antiche di una inclusione mai avvenuta, di appropriazione indebita di creatività e di menti geniali messe al servizio della macchina del nord, fin quando qualcosa o qualcuno non spezzi l’incantesimo e tramuti quello che sembra un miraggio, un approdo sicuro in qualcosa di diverso, non più bello o brutto di quello che ci si aspettava, ma semplicemente diverso. E con quello che dobbiamo fare i conti.

In Sicilia si dice “mi è venuto il cuore”. L’espressione indica una specie di orgasmo del muscolo cardiaco, un orgasmo raggiunto se avverte qualcosa di godurioso, felice, confortante. Il cuore viene, come se tornasse in sede. Fuggito per tristezza. Viene se mangi bene, bevi bene, se ti perdi in attività lussuriose. Se vedi cose belle, se fai incontri memorabili. Lui, il cuore, è garantito:viene”.

Maria Caterina Prezioso

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La scighera/Daniela Gambino/Revolver Edizioni/pp.219/16,00 €

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