Partire dalla pesca per raccontare la vita e le sue mille sfaccettature: è quello che fanno i 25 scrittori di “Al Fiume”, una piacevole antologia curata dal grande scrittore americano David Joy insieme a Eric Rickstad (Jimenez Edizioni, 203 pp, € 18).
Il risultato è un libro in cui questo sport assume dei contorni probabilmente inediti per chi è abituato a pensarlo soltanto in termini di consumati per quanto affascinanti rituali: la singola esperienza di ognuna delle singole voci, infatti, riesce a creare un affresco articolato, all’interno del quale i ricordi e l’aneddotica più disparati mettono in scena, per così dire, l’infinita gamma di emozioni, azioni e reazioni che il mondo della pesca è riuscito a determinare nell’esistenza dell’uomo moderno. Si va dall’amore mai svanito per la terra natia “respirabile” nei testi di Ron Rash o di C.J. Box alla celebrazione del passaggio alla vita adulta di Jill McCorkle, dalla “contemplazione” dello struggente rapporto padre-figlio presente in William Boyle all’osservare con particolare quanto divertita attenzione certe dinamiche familiari che animano le parole di Chris Offutt.
In generale, comunque, in ognuno di questi racconti è evidente il trasporto emotivo che lega un po’ tutti gli autori all’atto apparentemente, solo apparentemente, banale di gettare un amo in acqua e aspettare che qualcosa abbocchi. Per molti di loro, pescare assume quasi i contorni di una professione di fede, la scelta consapevole di un’attesa che forse potrà ripagare (potente metafora della scrittura, tra l’altro!), ma che certo non si risparmierà mai dal donare una sua qualche forma di indimenticabile insegnamento a chi avrà la sensibilità di lasciarsi educare. E allora, al di là di quanto particolare o partecipata possa essere la singola storia, al di là di quanto possa essere coinvolgente e dotata di più o meno azione, si può affermare che la riuscita di questa silloge risieda principalmente nella sua capacità di trasformare lacerti del passato o frammenti di un presente neanche troppo lontano in una sorta di unicum sentimentale caro a tutti e da tutti condivisibili. L’amore, l’amicizia, le grandi delusioni, gli irrefrenabili slanci emotivi della gioventù o il terribile disincanto della maturità: troverete tutto ciò e altro ancora in questo particolare omaggio alla canna da pesca.
Non vi resta che andare in libreria, sedervi “in riva al fiume della vostra attenzione” e aspettare che il vostro cuore abbocchi.
Buona fortuna!
Domenico Paris