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Davide Mazzocco. La mente è un luogo appartato

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Difficile recensire un libro che si libera da ogni vincolo. Quest’opera ibrida di Davide Mazzocco si potrebbe forse definire un’amalgama di esistenze in costante bilico tra fiction e realtà. Ma La mente è un luogo appartato, finalista al premio Neri Pozza 2019, oggi edito da Polidoro editore, è prima di ogni altra cosa un immenso, sentito, tributo al grande schermo.

Davide Mazzocco giornalista, grande appassionato e studioso di cinema, con questo romanzo dal sentore epico, compone il ritratto di un divo del secolo scorso, attraverso una forma di narrazione frammentata ed estremamente personale.

Vittorio Poggi, questo il nome dell’attore partorito dalla mente dell’autore, è un artista dalla personalità estremamente complessa che, come tutte le identità creative, vive un perenne conflitto interiore tra la sua figura pubblica e quella privata. L’impegno e la dedizione verso l’interpretazione di ruoli sempre diversi e via via più impegnativi (dal Gesù di Nazareth fino alla consacrazione con Alexander Platz) si frappone alla pratica del teatro e, soprattutto, a una vita privata incapace di trovare una stabilità duratura immune ai maliziosi richiami della mondanità.

I pensieri e i tormenti del protagonista ci vengono proposti attraverso le pagine del suo diario, confessioni intime di un “luogo appartato” che Poggi stesso considera una sorta di ufficio di lavoro: un prezioso archivio di appunti minuziosamente datati, emozioni e stati d’animo, in cui il protagonista si mette a nudo confessando alla carta anche i lati più subdoli e problematici della pratica attoriale.

Accanto a questa lunga sequenza di confessioni, l’autore alterna tutta una serie di documenti: interviste, recensioni, brani di sceneggiature, lettere ed email utili al lettore per comprendere quanto possa essere altalenante e stratificata l’esistenza di un individuo che ha dedicato la sua intera vita a interpretare le vite di altri. Questo puzzle di rimandi pubblici e dichiarazioni private scandisce il ritmo di una narrazione che, nonostante la sua natura frammentaria e multiforme, si mantiene sempre su livelli di coinvolgimento elevati. Interessante e riuscita anche l’idea di dare a ogni tipologia di documento una formattazione testuale dedicata che lo renda subito riconoscibile all’interno di un flusso narrativo ricco di dettagli, cenni storici e riuscite trovate (a tal proposito, è presente in appendice anche l’intera filmografia immaginaria del protagonista, con tanto di date e nomi completi dei registi).

Davide Mazzocco si rivela fin dalle prime pagine abilissimo nel riuscire a costruire un mondo cinematografico estremamente credibile e ricco di rimandi, citazioni e contesti in cui il lettore, con qualche anno sulle spalle, non faticherà a riconoscere le rispettive controparti reali mentre i più giovani si divertiranno a immaginare i fasti di un’epoca passata il cui fascino permane tutt’oggi. Anche il protagonista stesso, il tormentato Vittorio Poggi, è una figura complessa che racchiude al suo interno le sfumature caratteriali dei migliori attori del panorama italiano degli anni ottanta. Non fatichiamo a riconoscere gli echi e le sfumature di un ipotetico Gassman, così come le posture di un possibile Marcello Mastroianni, un Nino Manfredi, Tognazzi, Sordi, Volontè… ed è incredibile come tutto ci appaia così realistico, possibile, affascinante. Leggendo questo La mente è un luogo appartato, si ha l’impressione che anche il romanzo stesso sia in primis, un’opera di metanarrazione che si diverte a mischiare le carte e confondere i piani temporali: attraverso i ruoli che Poggi è chiamato a interpretare (che siano agenti segreti o cowboy, preti o gangster, messia o giardinieri, poeti o avventurieri), il lettore è in grado di percepire anche gli interessi, le mode e gli sconvolgimenti di un’intera generazione.

Con una prosa sempre attenta e precisa, il romanzo scorre fluido ed elegante lungo le sue trecento pagine, ammaliando il lettore con quello stesso senso di fascinazione e soggezione che si può provare mettendo piede in una polverosa sala cinematografica d’essai.

C’è uno spettro nobile che muove le confessioni di Poggi così come chiaro è l’intento di omaggiare la passione più grande per l’autore attraverso le numerose citazioni che il protagonista si diverte a inserire nei testi delle sue interviste pubbliche.

Consigliare questo romanzo a tutti gli amanti del cinema sarebbe riduttivo, La mente è un luogo appartato è un’opera tributo che non si limita a giocare con la nostalgia di un’epoca d’oro ma ridà lustro a un’arte nobile che, proprio come questo romanzo, si alimenta della realtà stessa, per infondere nuova linfa alla finzione.

Stefano Bonazzi

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La mente è un luogo appartato

Davide Mazzocco

Polidoro

16 euro

292 pagine

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