Gli sfiorati – questo il titolo del nuovo romanzo di Davide Steccanella: tra i più importanti saggisti italiani sulla lotta armata degli anni ’70 e celebre avvocato penalista.
Gli sfiorati sono quelli che la storia d’Italia ha sempre anticipato di un passo: troppo giovani per comprendere quanto politicamente stava succedendo e non più bambini per disinteressarsene del tutto.
Il protagonista ricostruisce gli eventi di una Italia contraddittoria, quando le Brigate Rosse sferrarono quel clamoroso “attacco al cuore dello Stato” con il rapimento Moro.
Gli anni “di piombo”, come vennero in seguito definiti, scivolano addosso all’io narrante, nonostante al’’epoca ne parlino quotidianamente giornali e televisione: “era come se non riguardassero la mia generazione e quella di chi mi stava intorno”.
Quando nella primavera del 1978 venne rapito Aldo Moro, il giovanissimo protagonista, figlio della buona borghesia milanese, sta finendo la quinta ginnasio e insieme agli amici si interessa di musica rock, di lettura di fumetti e di calcio, le tipiche passioni dei giovanissimi di quella generazione, ma nutrendo anche altre passioni come quella per la lirica.
Davide Steccanella riesce a superare quella sorta di “amnesia” degli sfiorati durante il periodo della lotta armata, andando a ripercorrere il conflitto generazionale di ampie proporzioni che invase allora l’Italia.
La trama si concentra tutta nel tempo di un’ora e mezza, quello di un viaggio in treno in cui trovano spazio le riflessioni sulle vicende cruente del suddetto periodo storico: “In un ora e mezza, l’arco temporale in cui si svolge tutto il romanzo, il racconto del cambiamento di un’Italia passata dalla strategia della tensione alla strategia della finzione” – scrive Gian Paolo Serino nella prefazione al libro.
Grazie alla lettura ex post di libri, interviste e volantini che riuscirà a reperire su quegli anni, il protagonista scoprirà che tutto quello che aveva saputo o immaginato, era completamente sbagliato. Si legge a riguardo: « … non era vero che le Brigate rosse fossero ‘nemiche degli operai’; non solo perché erano nate proprio nelle fabbriche milanesi, ma perché era stato sempre nelle fabbriche del nord e non solo di Milano che avevano riscosso il maggior consenso iniziale e da cui avevano tratto linfa di reclutamento nei primi anni.»
Il romanzo di Davide Steccanella è una narrazione capace di restituire al lettore il senso di un’intera generazione non solo limitatamente all’Italia, riuscendo nell’intento di sollevare importanti interrogativi.
Agli anni “di piombo” fecero seguito alcuni decenni di disimpegno per tutto quanto non rientrava nell’individuale: « A Roma c’era stato un giovane che era morto mentre manifestava per i diritti dell’Angola, come oggi ricordano alcuni murales alla Garbatella – si legge nel romanzo. Ma chi mai oggi si farebbe ammazzare a vent’anni per gli abitanti dell’Angola?»
Recensione di Silvia Castellani a Gli sfiorati di Davide Steccanella (Bietti, 2019), pagg. 180. euro 15.