Intervista oggi su TTL La Stampa per un Don DeLillo in uscita con la raccolta di racconti “The Angel Esmeralda” – in Italia da febbraio per Einaudi. Questo progetto, fortemente voluto dalla sua editor, lo ha visto inizialmente scettico e in seguito orgoglioso della selezione brani scritti tra il 1979 e il 2011. DeLillo parla della “pericolosità dei nostri tempi, che sta aumentando. Siamo tutti concentrati sull’individuo, invece che sulla società” e precisa che “la forma del racconto consente di cogliere meglio le nostre angosce, perché in genere si modella sulla storia di un personaggio”. Spiega come sia aumentato il senso di paura nelle persone, dall’uccisione di Kennedy al terrorismo passando per la minaccia nucleare della guerra fredda. Approdato tardi alla letteratura, “Non avevo ambizione e non mi sentivo pronto. Il mio interesse per la letteratura è iniziato dalla lettura”, De Lillo parla di Joyce che “ha mostrato la bellezza della lingua inglese”, dell’influenza Hemingway e Faulkner per la loro abilità di “descrivere il panorama americano”, di Kafka “insuperabile nel descrivere le forze che spazzano via le vite degli individui”, di Beckett “campione della frase”. (Paolo Mastrolilli, Tuttolibri pag 11, La Stampa 17-12-2011)
