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Di prossima pubblicazione un'edizione limitata del manoscritto del Viaggio al termine della notte

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viaggioaltermineDal 2 giugno 2014, le éditions des Saints-Pères metteranno in vendita 1.000 copie del manoscritto del Voyage, acquistato dalla BNF per 1.82 milioni di Euro nel 2001, da allora mai digitalizzato e concesso in visione solo a pochi, sceltissimi ricercatori. Un must per i céliniani più accaniti! Qui di seguito, Jérome Dupuis, nella traduzione di Gilberto Tura, ripercorre le intricate vicende del manoscritto.

L’avevamo ormai dato per disperso tra le rovine fumanti della guerra. Quando ecco che sessanta anni più tardi, in un bel giorno di maggio del 2001, è ricomparso nel corso di una vendita all’asta a Drouot! Il mitico manoscritto del Voyage au bout de la nuit ! Una montagna di 876 fogli anneriti, pieni di cancellature e limature eseguite dalle mani di Louis-Ferdinand Céline! Il 15 maggio 2001, quando la banditrice, signora Picard, annuncia il lotto n° 29, l’emozione è palpabile nella sala di Drouot-Montaigne. Due misteriosi collezionisti fanno salire le offerte fino a 12 milioni di franchi (poco meno di due milioni di euro). Record mondiale per un manoscritto letterario. Ma nel momento in cui il martello sta per abbattersi, una vocina si alza :«Prelazione della Bibliotheque Nationale.» La BNF è riuscita a raccogliere questa somma colossale grazie al mecenatismo di Nahed Ojjeh, sposa siriana del più grande mercante d’armi del pianeta. Il pacifista Louis-Ferdinand Céline si sarà rivoltato nella tomba…
Nonostante l’epilogo felice, l’enigma restava totale: dove è stato, durante sessanta anni, il prezioso manoscritto – di cui anche gli editori di Céline della Pleiade ne ignoravano l’esistenza? L’esperto della vendita a Drouot, Pierre Berès – ricordatevi bene questo nome – accennò a un «collezionista inglese anonimo». Una pista che assomigliava a una cortina di fumo. Grazie a dei nuovi documenti, Lire è in grado, oggi, di sollevare il velo sul misterioso percorso del manoscritto del Voyage au bout de la nuit. Per questa ragione, bisogna tornare indietro al 1943. Dopo l’immenso successo del suo romanzo, pubblicato nel 1932, Céline aveva abbandonato il suo voluminoso manoscritto nell’angolo di un armadio, nel suo appartamento di Rue Girardon, a Montmartre. Presagendo che la fine della guerra gli avrebbe procurato dei guai molto seri e che gli sarebbero serviti dei soldi per finanziare una eventuale fuga, lo scrittore pensa di vendere questo enorme fascio di fogli.
É qui che entra in scena Etienne Bignou, celebre mercante d’arte della Rue Boétie – la sua galleria ha visto sfilare Les baigneuses di Cézanne e Le pont d’Argenteuil di Monet…Ambroise Vollard ne ha tracciato un ritratto penetrante nei suoi Souvenirs : «Il mattino è a Londra, la sera inaugura una mostra a Parigi: l’indomani prende l’aereo per New-York.» É quest’uomo, sempre molto occupato, che acquisterà il manoscritto del Voyage au bout de la nuit. La trattativa si svolge il 25 maggio 1943. Un documento dattiloscritto firmato da Céline, ufficializza l’evento. Apprendiamo il prezzo pagato da Bignou per il manoscrfitto: un assegno di 10.000 franchi (l’equivalente di soli 3.000 euro del 2008) della BNCI Paris, al quale viene aggiunto un piccolo quadro di Renoir, Busto di ragazza.
Da quel momento inizia il mistero. Alla liberazione, Bignou non ha interesse ad urlare ai quattro venti che possiede un manoscritto dell’autore maledetto di Bagattelle per un massacro. Il gallerista muore molto discretamente nel 1950. I suoi eredi hanno sempre sostenuto di non aver ricevuto gli 876 fogli tra le cose che aveva lasciato. Gli anni passano, céliniani e universitari se ne fanno una ragione: il manoscritto è sparito per sempre nel caos del dopoguerra.
In realtà, gli eredi di Etienne Bignou non hanno detto la verità. Per desiderio di discrezione? Per evitare di pagare dei diritti di successione all’amministrazione fiscale? Resta il fatto che hanno ben conservato il manoscritto. Nel 1974, nel massimo segreto, decidono di venderlo. La trattativa si svolge il 17 maggio di quell’anno. Una lettera di Michel Bignou, figlio del gallerista, lo attesta. Ecco cosa possiamo leggervi: «Caro Signore, accuso ricevuta del pagamento integrale del manoscritto di Céline, Voyage au bout de la nuit, venduto da me e che era di mia proprietà, dopo essere appartenuto a Etienne Bignou. Parigi, il 17 maggio 1974, Michel Bignou.» Quel giorno il mitico fascio di fogli passa di mano.

Resta una domanda cruciale: qual’è l’identità del «Caro Signore» evocato da Michel Bignou all’inizio della lettera? Apparentemente, un uomo prudente e discreto, che ha chiesto che il suo nome non apparisse sull’atto di vendita. Ma un piccolo accadimento, che si svolge un anno più tardi, il 6 giugno 1975, rivela una pista: quel giorno, a Drouot, viene smenbrato il resto della collezione di Etienne Bignou – corrispondenza di Dufy, Verlaine illustrato da Bonnard, Balzac messo in risalto dai disegni di Picasso… Un nome attira l’attenzione, in fondo al catalogo di vendita. «Esperto: Pierre Berès.» Guarda un pò, lo stesso uomo che nel 2001 organizzerà la vendita del Voyage au bout de la nuit… Era lui, quindi, il «Caro signore»?
Ecco, in realtà, come sono andate le cose: Berès organizza la vendita pubblica della eredità Bignou, nel 1975, ma acquista per se il famoso manoscritto. Poi lo lascia invecchiare come del buon vino nelle riserve della sua libreria. É la sua grande specialità. Nel 2006, ha venduto all’asta poemi manoscritti di Rimbaud che aveva acquistato nel 1936! Durante la sua lunga carriera, questo uomo raffinato, nato nel 1913, ha moltipiclato i colpi formidabili: ritrova un almanacco annotato da Montaigne, vende Les fleurs du mal dedicato da Baudelaire a Delacroix e obbliga la Bibliotheque nationale a dissanguarsi – già… – per acquistare il manoscritto delle Memorie d’oltretomba… (di Chateaubriand, n.d.t.). Prima di riporre il manoscritto del Voyage sul fondo di un forziere nascosto dietro una biblioteca girevole alla James Bond, all’interno della sua libreria di Avenue de Friedland, l’esperto libraio si prende cura di fare un inventario preciso con l’inchiostro blu – una « collation » come dicono i bibliofili. In mezzo a questa massa, identifica due «piccoli quaderni supplementari» : «un dattiloscritto di tredici fogli, l’episodio a New-York» e « l’altro, undici fogli, che, sembra, non essere stato utilizzato nel libro». In breve, niente meno che un capitolo inedito.
Evidentemente, nessuno sa, che Pierre Berès possiede il manoscritto. Ma l’orgoglioso libraio, negli anni, seminerà degli indizi molto cifrati. Nel 1984, nel catalogo n° 75 della sua libreria, propone un esemplare di Guignol’s band così dedicato da Céline : « A Etienne Bignou, grande amico degli artisti e dei manoscritti. Tra terroristi, suo fedele amico, L.F. Céline»…Il 14 giugno 1999, è l’esperto di una vendita a Drouot ove fanno la loro apparizione, per miracolo, i manoscritti di due capitoli, dei quali uno inedito, del Voyage ( e che verranno venduti a 10.000 e 19.000 euro). Sono chiaramente i due «quaderni» che aveva scoperto durante la sua «collation»…
Dopo questo preesame Pierre Berès decide che è giunto il tempo di realizzare un colpo grosso: vendere all’asta il manoscritto completo del Voyage. Michel Bignou è morto e mai la quotazione di Céline è sembrata così alta. A questo piunto resta un problema: come spiegare la riapparizione improvvisa del manoscritto? Berès, che sarà l’esperto della vendita, non ha il diritto, per motivi deontologici, di proporre degli oggetti di sua proprietà. Viene inventata dunque, la favola del «collezionista inglese anonimo». E quando chiediamo a Berès come il manoscritto sia arrivato fino a lui, risponde, laconico: «Dalla porta della mia libreria.» Non sapremo dunque mai a quanto aveva acquistato il Voyage nel 1974. – probabilmente una cifra irrisoria, in rapporto ai 12 milioni di franchi. Non sapremo mai, del resto, neppure che fine ha fatto il famoso piccolo Renoir acquisito da Céline nel 1943.
Ma conosciamo il seguito. La vendita del maggio 2001. Il record mondiale. La prelazione della BNF. Oggi, gli 876 fogli sono stati mirabilmente rilegati in due volumi, che riposano in Rue de Richelieu, proprio di fronte a Square Louvois dove Céline giocava da bambino. Il manoscritto ha senza dubbio definitivamente terminato il suo viaggio.

(Traduzione di Gilberto Tura)
Tratto da “LIRE, HORSE SERIE” N° 7 – 2008

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