“È quello che ha sempre desiderato. La pace mentale in un contesto orientato al profitto.” (Don Delillo, Rumore bianco). Edoardo Vitale inaugura l’impalpabile frequenza delle possibilità nel suo libro “Gli straordinari” (Mondadori, 2024 pp.180 € 18.50), avvolgendo le pagine di una profonda esigenza di idealità, ovattata da un sottofondo ipnotico, sintonizzato sui pensieri di libertà e le tacite convenzioni sociali dei protagonisti. L’autore esamina la minaccia dell’individualismo e della competizione nella contemporaneità, analizza lo svolgimento delle strategie espressive dei personaggi, influenzati dallo smanioso riferimento alle abilità professionali, dai richiami a una formazione culturale del rinnovamento. Racconta la percezione della realtà, nell’appassionata e incontenibile impazienza dei personaggi Nico ed Elsa, direttori creativi dell’innovazione digitale di una multinazionale pANGEA, travolti dall’esperienza generazionale nell’accumulo di energie performative. Aggiorna lo squilibrio del meccanismo impulsivo di certe cronache quotidiane, coglie l’interpretazione speculativa dell’alienazione nell’attualità dell’ansia, nel significato della paura.
Il libro accerchia i rapporti umani sottesi nel carattere assillante e istintivo del presente che non concede sconti dal passato, accoglie il ritratto frenetico e angoscioso di una società nel confronto complesso di ogni rapporto con il lavoro, scopre il disorientamento, l’esitazione, il disordine delle preoccupazioni, la dannazione delle corruzioni e delle soggezioni. Edoardo Vitale impone, nello scenario di una storia d’amore schiacciata dalla routine della prestazione lavorativa, la validità carismatica e perversa dell’inventato talento, dalla precarietà all’ascesa sociale, oltrepassa l’attenzione autentica alla creatività, smaschera incessantemente l’incombenza incontrollabile di guadagnare un lavoro, il compito di corrispondere alla richiesta compulsiva delle connessioni, l’aspirazione di inglobare, nel presentimento di un’inconsapevole urgenza, la destinazione irrefrenabile della carriera.
La prospettiva interiore di Nico e di Elsa è assorbita dalla descrizione di un’epoca in balia dell’irresolutezza, nelle avversioni con un tempo che elude le sofferenze di ogni reazione tangibile, identifica la pena delle contraddizioni con l’ombra distorta dell’apparenza illusoria, estende la custodia degli inganni con le scansioni smisurate della competenza, orienta l’approvazione passiva, le conseguenze dolorose nell’ambito privato. Edoardo Vitale illustra la categoria pubblicitaria che opera con il mezzo espressivo dell’ambizione e delle finalità, l’aspetto alterato da tutto ciò che cataloga la posizione sociale, matrice di un pensiero comune e unitario che congiunge le convinzioni collettive. Insinua nella spirale delle risorse desiderabili, indecisioni e tormenti, spiega, con uno stile rigoroso e pungente, la smania del successo accompagnata all’amarezza della solitudine, comprende il dramma della commercializzazione, l’irrequietezza imperante, il senso della superficialità. “Gli straordinari” è la narrazione di un futuro in incognito, mostra la natura solitaria e malinconica delle responsabilità, concretizza una riflessione nell’abisso della corrosione esistenziale, interroga l’angoscia umana nel consumo estremo della vita, risponde alla lapidaria necessità di sopravvivere.
Rita Bompadre