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Eihei Dōgen anteprima. Neve su foglie vermiglie

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Una storia semplice: “Una volta Panchan stava camminando per il mercato e vide un cliente che comprava carne di maiale. [Panshan ha sentito il cliente] dire al macellaio: “Tagliamene un bel pezzo”. Il macellaio posò il coltello, rimase in piedi con le mani giunte in shashu e disse: “Signore, quale non è un buon pezzo?” Dopo aver ascoltato queste parole, Panshan ebbe una profonda intuizione”.

L’illusione delle soluzioni facili: “Alla ricerca della spada” si riferisce alla storia di una persona la cui spada cadde in acqua mentre era a bordo di una barca. Questi fece un segno sul lato della barca dove aveva perso la spada. Un’altra persona gli chiese: “Cosa stai facendo?” Rispose: “Cercherò la spada quando la barca raggiungerà la riva”.

È in libreria Neve su foglie vermiglie, la raccolta di poesie del maestro zen Eihei Dōgen commentate da Shohaku Okumura (Casadeilibri 2024, pp. 316, € 23, con traduzione di Michel Gauvain e Lorenzo Casadei).

Eihei Dōgen (1200 – 1253) è stato uno dei più importanti maestri dello zen giapponese, fondatore della scuola buddhista Zen Sōtō. La più diffusa e radicata in Occidente.

Il titolo “Neve su foglie vermiglie” evoca davvero un’immagine suggestiva e profonda, che riflette l’armonia tra unità e molteplicità, concetti fondamentali nella pratica zen. La poesia degli waka, precursori degli haiku, è intrisa di significati stratificati che penetrano nell’animo umano, ma l’autore riesce comunque a comunicare in modo immediato e accessibile attraverso questa forma poetica. La comprensione della poesia diventa così alla portata di tutti, offrendo ai lettori italiani l’opportunità di immergersi nelle profonde metafore del maestro Zen e di esplorare il significato più profondo della vita e della natura.

Tra i molti argomenti trattati, Dogen sottolinea in particolare i seguenti punti: vedere l’impermanenza, allontanarsi dall’io centrato sull’ego, essere liberi dall’avidità, rinunciare all’attaccamento a se stessi, seguire la guida di un vero maestro e la pratica dello zazen, in particolare dello shikantaza, o “stare semplicemente seduti”. Inoltre, questa traduzione dello Shobogenzo Zuimonki è corredata da ampie note che contribuiscono a fornire un nuovo modo di avvicinarsi al testo.

Raramente viste in una raccolta così ampia o con un commento, queste poesie offrono una visione unica degli insegnamenti di Dogen e sono una bellissima espressione artistica del Dharma.

Carlo Tortarolo

#

1

Seeing flowers in spring

crimson leaves in autumn

and white snow in winter

I regret having appreciated them

as objects of my feelings

Fiori in primavera

foglie rosse d’autunno

neve bianca d’inverno

Duol averli amati

come oggetti [dei sensi]

2

By the spring wind

my words are blown and scattered

people may see them

the song of flowers

Il vento di primavera

soffia e disperde

le mie parole

la gente può vedere

il canto dei fiori

3

Even though because I’m dull-witted

I won’t become a buddha

I wish to be a monk helping all living beings

cross over

Non sarò buddha

ottuso come sono,

ma [come monaco] io vorrei

a tutti gli esseri

far passare il guado

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