“La segnatrice” di Elena Magnani (Giunti Editore, 2022 pp. 408 € 18.00) è un romanzo avvincente, conduce il lettore nei tortuosi e ambigui retaggi dell’epoca coraggiosa e animosa della Resistenza. La trama è uno scenario affascinante di vicende emozionanti e seduce il destino ammaliante delle donne con i sentimenti discrepanti di un periodo conflittuale della storia. La protagonista Anna è una segnatrice, una donna con il potere speciale, benefico e provvidenziale, dell’antica tradizione della Garfagnana e assiste con azioni ed espressioni rituali uomini e animali, rimuove il male e offre la serenità della guarigione. Guida le emozioni del suo particolare dono nel momento oscuro e crudele dell’occupazione nazista, quando un presidio di nazisti si istalla nella sua casa e si trova infiltrata come spia nel comando tedesco locale. L’autrice riproduce, in un ambiente inquieto, turbato e oppressivo, una descrizione obiettiva e ricercata dei sentimenti umani. Compone, nel tenace allestimento rappresentativo dell’Italia nel 1944, oltre il tragico e oscuro percorso della comunità, una storia d’amore tra Anna e il tenente Matthias Von Bauer. Elena Magnani manifesta la sua talentuosa capacità narrativa adeguando la tenerezza di ogni sfumatura sensibile, si sofferma sui dettagli romantici, donando una descrizione autentica ed emozionale. La dolcezza dell’amore sovrappone il contrasto con il dolore, il coraggio con la viltà, la violenza con la pietà. “La segnatrice” accresce il valore simbolico di una sacralità pagana, nella suggestione di una cultura introspettiva, tramanda l’influenza salvifica di ogni malattia dell’anima, indaga in maniera coinvolgente e commovente l’imprevedibilità e le ripercussioni del dramma umano. I conflitti interiori, vissuti dai protagonisti della storia, sono lo specchio di una umanità ferita, il suggestivo e avventuroso palcoscenico che accentua l’appartenenza dei luoghi e delle sventure della città di Piazza al Serchio, dove la vita converge in un vortice impulsivo di appassionante dignità, struggente malinconia, distruttivo tormento, sincero rammarico e intensa, profonda consapevolezza, colma di speranza. Le pagine di “La segnatrice” restano incise nella mente, grazie alla scrittura corposa e luminosa dell’autrice, catturano la partecipazione emotiva, associano l’alleanza del mondo femminile alla riflessione etica sulla cornice del disincanto. Elena Magnani infonde la dura prova dell’esistenza con l’inchiostro vivo della relazione magica ma impossibile, desiderata e contrariata tra Anna e Matthias, insinua la lenta e inevitabile determinazione nel riconoscere l’imperscrutabile istinto del cuore. Aggiunge al suo romanzo la necessità di raccontare un animo puro, il desiderio di affermare la cura della pratica segreta volta al significato positivo della coscienza, approfondire l’equilibrio incerto tra la solidarietà e l’ostilità, segnare nel silenzio la volontà disarmante della sopravvivenza.
Rita Bompadre