“Il mazziere dei vinti”, il romanzo d’esordio di Emanuele Grittani (Les Flâneurs Edizioni, 2023 pp. 148 € 15.00) possiede una grande e coinvolgente carica di attrazione, descrive con una visione ancestrale e profetica la metafora universale di un’entità geografica che non è solo luogo ma anima espressiva delle azioni concrete dell’uomo. Ripercorre le tracce di un itinerario biografico lungo le inquietudini coraggiose del protagonista Antonio Quadrato, rivela l’accurata dimora esistenziale dei personaggi, alle prese con la loro conflittuale desolazione nel disperato disincanto, oltre ogni inclinazione sommersa. La scrittura di Emanuele Grittani elogia un istinto di resistenza, esplora la direzione di un realismo letterario intriso di efficace e complessa sensibilità, concentra una suggestiva e impegnata tradizione comunicativa nello strumento attivo della consapevolezza. Decifra l’intensa facoltà eversiva della provincia, ne segue la collisione e la trasformazione, unisce la geografia del cuore verso l’irreversibile speranza della riscoperta, svolge una cognizione interiore degna di ogni presunta fragilità apparente, tramuta il dolore delle ferite del quotidiano nello spiraglio fiducioso delle opportunità. “Il mazziere dei vinti” abbraccia il pensiero dell’irrequietezza, trama l’insistente e ansiosa provvisorietà di un territorio del sud, inabissato nelle paure e amareggiato dalla vita, da voce al respiro di un’umanità consumata nell’intenso peregrinare emotivo, tratta con matura coscienza ma anche con accattivante ironia la profondità di tematiche attuali, di sorprendente verità, come la percezione obliqua della depressione, l’esasperazione del suicidio, la dipendenza minacciosa della ludopatia, l’approfondimento del lutto. Emanuele Grittani offre spunti di riflessione, dando prova di una equilibrata saggezza senza mai aggravare la pagina scritta, alleggerisce ogni contesto con l’abile qualità della scorrevolezza descrittiva, nella fluidità lieve e tagliente che aleggia tra le righe. Presta la sua voce agli sconfitti, assiste un palcoscenico di protagonisti in una relazione che dona linfa vitale nella testimonianza creativa della propria identità e che elude la solitudine. “Il mazziere dei vinti” compie un viaggio intorno alla dimensione conoscitiva di tutto ciò che ci appartiene concretamente, intraprende il cammino significativo nella tentazione di esistere, in uno stile tangibilmente sarcastico e malinconicamente affranto, segnato da un orientamento compiuto e ostile, esamina le storie naufragate nel deposito melmoso dell’anonima indifferenza e nelle terre lacerate e desolate, annientate nell’attesa di qualcosa. Emanuele Grittani concentra la sua spontanea e riuscita prova narrativa nella ostinata solidità delle parole, misura il legame primitivo del paese di Sant’Eusebio con la possibilità della responsabilità individuale, con il desiderio di restare e, nella radice di una dolcezza poetica, trovare le risposte più autentiche. Affronta l’indugio ricevuto dall’intransigenza delle proprie tradizioni con la libertà della volontà di scoprire il silenzio del passato e di apprezzare le piccole cose del presente, offre la scommessa dell’amore, rivela la rivincita sentimentale, la considerazione di una nuova prospettiva per calmare il tormento e oltrepassare l’esitazione.
Rita Bompadre