Graphic novel della blogger francese Emma, Bastava chiedere!, è un libro che parla alle ragazze, alle donne, ma anche agli uomini. Soprattutto questi ultimi, soltanto a leggere le prime frasi contenute nel libro, non possono non sentirsi in difetto. Così, perlomeno, è capitato a me.
Tuttavia, quanto proposto da Emma nelle pagine del libro, non risparmia le donne. Perché con molta linearità, in maniera il più diretta possibile, l’autrice spalanca davanti agli occhi della lettrice (e del lettore) le porte di quelli che vengono definiti “carico mentale” e “lavoro emozionale”. Coppia di considerevoli macigni, che proprio le donne sembrano portare sulla schiena con assurda inconsapevolezza.
I due temi vengono indicati e poi sviluppati da Emma nel corso del libro, in quanto forme discriminative dell’universo femminile. Forme che iniziano a operare sulle donne appena dopo la nascita, fra le mura di casa, per poi allargarsi a tutti gli altri universi e per ogni compito svolto nell’arco di una vita. La loro presenza è endemica, le loro radici talmente profonde da poter essere proiettate indietro agli albori della civiltà.
Sono il perno invisibile di una marea di compiti, di obblighi, di vessazioni mascherate da complimento. Tutte cose che, da questa parte della barricata, cioè dalla parte maschile, si considerano come assodate e naturali. Invece danno luogo a uno sfruttamento – spesso non riconosciuto in quanto tale dalle stesse donne, oppure occultato – delle competenze femminili.
Uno sfruttamento fisico e mentale che è costante, quotidiano (vecchio come il mondo, verrebbe da dire) e oggi traducibile attraverso i termini dell’accudimento, del multitasking, del sacrificio.
Emma servendosi delle pipe, rimarca più volte quanto il peggiore nemico delle donne sia in molti casi la donna stessa. Questo perché spesso è lampante il non voler percepire lo sforzo richiesto come forma di impiego scorretto del loro tempo, del loro corpo, della loro interezza. Un impiego ingiusto e non dovuto, quindi.
L’uomo, dal canto suo, non se ne rende conto: dà per certo l’esistente. A tal punto che la sua recriminazione spesso va a sintetizzarsi nella frase scelta come titolo del libro in questa edizione italiana.
Emma, attiva come blogger, fumettista e ingegnere informatico, nei dieci capitoli di Bastava chiedere! individua e chiarisce altrettanti punti nodali di quelli che possiamo ben definire come status quo millenari (le 10 storie di femminismo quotidiano). Crea quello che potremmo definire come manifesto programmatico, attraverso cui far riflettere l’umanità intera affinché porti se stessa in direzione di una reale parità di ruolo.
Collazione di tre lavori usciti in Francia nel biennio 2017/2018 (Un autre regard voll.1&2 e La charge émotionnelle) Bastava chiederlo! appare solo ora nelle librerie italiane grazie alla casa editrice Laterza, accompagnato dalla prefazione affilatissima di Michela Murgia e dalla traduzione di Giovanna Laterza. Se non si ama la scrittura e le opinioni della prima, basta infilarsi direttamente fra le pagine di questo pamphlet a fumetti, tradotto con attenzione dalla seconda, per capire quanto importante sia l’argomento.
Avvertenza utile da dare al lettore è che non si troverà davanti a un vero e proprio graphic novel. In effetti non è possibile definire tale Bastava chiederlo! solo perché usa un approccio grafico. Verrebbe più da definirlo un saggio o, come scritto sopra, un pamphlet grafico. Ma, al contempo, questo lavoro di Emma è interessante proprio per il suo approccio grafico, capace di rendere la materia, dove possibile (alcuni passaggi restano necessariamente verbosi, didascalici, didattici), immediatamente chiara.
Un libro che donne e uomini dovrebbero tenere sempre a portata di mano, per consultarlo con frequenza giornaliera. Quel tanto necessario per rendersi conto di come l’emancipazione femminile sia ancora solo al suo stadio iniziale.
Sergio Rotino
Recensione al libro Bastavachiedere! 10 storie di femminismo quotidiano di Emma, Editori Laterza, 2020, pagg. 192, € 18