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Ernest Hemingway inedito. Non sono mai stato così felice

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Ernest Hemingway era ancora sposato con Martha Gellhorn quando incontrò la sua quarta moglie, Mary Welsh, e al loro terzo appuntamento le chiese di sposarlo. Nove anni dopo, un mese dopo aver ricevuto il Premio Pulitzer per la narrativa, la coppia, ormai sposata, partì per un safari in Africa orientale che, alla fine sarebbe, stato funestato da due incidenti aerei, uno dei quali gli causò una ferita alla testa dalla quale Ernest non si sarebbe mai ripreso del tutto. Mary tenne un diario durante il periodo trascorso in Africa, ma una voce in particolare spicca per la sua natura profondamente personale e rivelatrice. Fu scritta il 20 dicembre 1953, non da Mary ma dal marito.

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Ieri sera abbiamo deciso di sospendere tutte le battute di caccia e di tiro, perché la carne è arrivata al campo alle 18:00 di ieri sera, e di dedicare la giornata al riposo e al taglio di capelli natalizio della signorina Mary, per essere particolarmente bella per tutti gli ospiti in visita. I suoi capelli sono naturalmente biondi, da biondo rossiccio a biondo sabbia. Papà li amava così com’erano al naturale, ma la signorina Mary gli aveva fatto un regalo dicendogli di essersi fatti i capelli davvero biondi un paio di settimane fa, e questo mi ha fatto venire voglia di averla bionda come il platino, come lo era a Torcello, dove abbiamo vissuto un autunno e parte di un inverno, bruciando i ceppi di faggio nel camino e facendo l’amore almeno ogni mattina, mezzogiorno e sera e passando il periodo più bello che abbia mai conosciuto. Meglio di qualsiasi altro, anche se molti sono stati molto belli. Ma amare Mary è stata una cosa così complicata e meravigliosa per più di nove anni (a volte litigi e cattiverie reciproche (colpa mia) e a volte anche la sua, ma sempre rappacificati, sempre fatti regali l’uno all’altro). Mary è una specie di principe dei diavoli… e quasi ovunque la tocchi puoi uccidere sia te che lei.

Ha sempre voluto essere un ragazzo e pensa come un ragazzo senza mai perdere la sua femminilità. Se dovesse confondersi su questo punto dovrebbe ritirarsi. Lei mi ama per essere le sue ragazze, cosa che io amo essere, non essendo assolutamente stupida. . . . . In cambio mi fa divertire e la sera facciamo ogni sorta di cose che le piacciono e che piacciono a me. . . . . Mary non ha mai avuto un impulso lesbico, ma ha sempre voluto essere un ragazzo. Poiché non mi sono mai interessato a nessun uomo e non mi piace nessun contatto tattile con gli uomini se non il normale abrazo o abbraccio spagnolo che precede una partenza o accoglie il ritorno da un viaggio o da una missione o da un attacco più o meno pericoloso, mi piaceva sentire l’abbraccio di Mary che mi arrivava come qualcosa di completamente nuovo e al di fuori di ogni legge tribale. La notte del 19 dicembre abbiamo elaborato queste cose e non sono mai stato più felice.

EH

20/12/53.

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