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Fai ‘sta cazzo di nanna.

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È una parolina, anzi una parolaccia, di cinque lettere che inizia per “c” o finisce per “o”. Già così anche i bambini in età prescolare hanno capito. Aggiungiamo che fa rima con imbarazzo. Che poi è la sensazione che si prova leggendo Fai ‘sta cazzo di nanna. Le filastrocche da notte di Adam Mansbach, papà di una bimba di tre anni, professore e scrittore, hanno almeno un’espressione volgare. Spesso sempre la stessa, quella che di cui sopra con doppia “z” al centro. Ma non è questo il punto. È un «inno per genitori disperati» (come si legge in copertina) o un libro per bambini curiosi? Il problema, si capisce, è tutto degli adulti, che, trovate le parolacce, concludono che, nonostante l’ironia del contesto, l’avvertenza finale («Probabilmente è meglio NON leggere questo libro ai vostri bambini») sia da prendere sul serio. Così il libro per l’infanzia (tali sono formato, illustrazioni, semplicità narrativa, ripetitività di situazioni, rime facili) finisce fuori dalla portata dei figli. Peccato. Le illustrazioni pop e iperrealiste di Ricardo Cortés che occupano per intero la superficie del foglio raccontano molte altre storie (di tigri, prati fioriti, cieli, montagne). Con o senza parolacce. Ma per raccontarle servono genitori con le palle.
Severino Colombo
 
Adam Mansbach – Illustrazioni di Ricardo Cortés, Fai sta cazzo di nanna, Mondadori, pp. 32, € 12,90

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