I marinai inglesi con “Westward ho!” vogliono dire il nostro “Avanti tutta!”. Beckett nel titolo del suo ultimo lavoro “Worstward ho” sostituendo West con Worst (che vale “peggio”) fa scivolare l’ottimismo del comando di dare massima potenza al motore in una comica esternazione di arresto e sofferenza, egli infatti dirà altrove che non c’è niente di più comico dell’infelicità; Gabriele Frasca nella traduzione titola l’opera con un colpo di genio “Peggio tutta”! Non era di questo che volevo parlare, bensì del continuo tentare, sbagliare, riprovare, provare di nuovo (perciò mi è venuta in mente e a noia quella frase di Beckett: “Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Fallisci ancora. Fallisci meglio.”
• Siamo preda e fautori al contempo di un’incompetenza anarcoide allargata all’ennesima potenza: uno sfinito tentare, sbagliare, riprovare, provare di nuovo. Ancora sbagliare. E di nuovo. Poi personalmente ogni tanto perdo le staffe e sbaglio, ovvio, a urlare, lo so che non è l’urlare ma il domandare a farci nuovi, ma come fai a non urlare e rassegnarti al continuo tentare, sbagliare, riprovare, provare di nuovo.
• I seguaci del peggio hanno vinto, comunque, nel continuo tentare, sbagliare, riprovare, provare di nuovo, fallire, ancora di nuovo, fallire meglio. Basta Beckett!
Nel secondo libro di Umano, troppo umano l’aforisma 326 recita: “Non toccare. Ci sono uomini terribili che un problema, invece di risolverlo, lo imbrogliano e lo rendono più difficilmente risolvibile per tutti coloro che se ne vogliono occupare. Chi non sa far centro è pregato di non tirare affatto.”
Chi non sa far centro è pregato di non tirare affatto. Nietzsche-Beckett 1-0.