Un figlio punta il coltello nella schiena di sua madre. Non sappiamo nulla delle sue motivazioni. Alla radio passa un ritornello. Felicità. È una canzone pazza che cantare mi va. Il ragazzo studia le movenze per il colpo perfetto, “basterebbe lasciarsi guidare dalla forza di gravità”, è quello che sta pensando. Così si apre Fai ciao, il nuovo romanzo di Flavio Ignelzi, attore e scrittore, già autore per Alessandro Polidoro Editore di un’apprezzata raccolta di racconti (I punti in cui scavare – 2019), oggi tornato alla forma lunga con una storia dai confini torbidi e segreti sepolti sotto una superficie limacciosa. La superficie di quella stessa piscina che campeggia in copertina, resti fatiscenti di una villa abbandonata ai margini di una città inospitale, nel cortile di una villa abbandonata. Una piscina che è anche rifugio, per Samuel, il protagonista di questa storia, un giovane introverso che fatica a integrarsi con i compagni di classe e trascorre le giornate ascoltando brani di punk-rock, vagando per le strade senza un’apparente meta, in balia di una rabbia apatica di cui inizialmente non ne conosciamo la causa.
Ci troviamo di nuovo nel territorio del romanzo di formazione: una periferia ostile, un ragazzino scontroso, una famiglia assente… sembrerebbe tutto già visto, già letto, già conosciuto, non fosse per l’idea alla base della narrazione che rende questa lettura una delle scoperte più piacevoli e intriganti degli ultimi mesi.
Flavio Ignelzi infatti decide di partire dalla fine, dividendo la storia in cinque capitoli ma invertendone l’ordine dell’esposizione, lasciando per ultimo solo il quinto: l’epilogo finale in cui tutti i pezzi del puzzle si riuniranno per dare vita all’immancabile colpo di scena finale.
Una scelta all’apparenza ostica e rischiosa che ben si sposa però ad una trama minimale, sviluppata in una manciata di location e altrettanti personaggi.
Si parte dunque dalla fine, dicevamo.
Samuel prova l’impulso di uccidere sua madre, ma per quale motivo? Cosa lo spinge a detestarla tanto? Cosa lo porta a fuggire continuamente di casa, azzuffarsi con i compagni, detestare tutti quanti tranne la voce di quell’unica amica, misteriosa confidente che sembra sapere tutto e fin troppo?
Ma soprattutto cosa si nasconde in quella misteriosa piscina?
Ignelzi è abile nel disseminare indizi sulla direzione che sta prendendo il finale e il lettore si ritrova immerso fin dalle prime pagine in una storia semplice ma che acquisisce spessore e seduzione proprio in virtù del modo in cui ci viene raccontata.
Una vicenda circolare messa in prosa da una penna asciutta, chirurgica e calibratissima, in grado di restituirci sulla carta personaggi credibili seppur a tratti detestabili. In breve tempo siamo assuefatti dal continuo vagabondare di Samuel, dai suoi dialoghi surreali con la misteriosa Arabella e dal silenzio decadente che circondano le sue visite alla villa.
Fai ciao è un romanzo dalla trama solida, costruita con una grande padronanza del genere e uno stile incalzante che trasporta il lettore in un crescendo schiavo delle proprie pulsioni. Una realtà asfittica dove i colori hanno perso la loro vividezza e l’innocenza è un’utopia lontana. Un abbaglio che invoglia a scappare, a rifugiarsi altrove, nell’inutile tentativo di sfuggire a quel mondo che spaventa più dei mostri nascosti sotto la sua superficie.
Un ultimo consiglio: non perdetevi la chicca finale nascosta nell’ultima pagina.
Stefano Bonazzi