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Francesco Forlani. Scrivere è innanzitutto mentire

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Domandone: dove scrivi, quando scrivi, dove cammini quando ti riposi? in quale città o paese è nato il tuo ultimo libro, in che stanza, in che bar? sei mancino\a o destrorso\a? passeggi? in bici, in auto, osservi alberi? scruti cornicioni, affondi lo sguardo nel cielo, segui le onde del suono e dell’acqua? quali sono i rumori della città e quali i silenzi delle vaste campagne? fumi? bevi? quanto pesi? scrivi dopo cena, prima di pranzo? quando? la tua è scrittura di spostamento, di stasi, di spazio, del corpo?

dove scrivi, quando scrivi,

Nella mente. Scrivere è innanzitutto mentire.

dove cammini

Cammino per riuscire a cogliere la passeggiata perfetta. Lungo le vetrine.

quando ti riposi?

Ho lo spirito da ergastolano, un’anima in fine pena mai

in quale città o paese è nato il tuo ultimo libro

Nato, Parigi. Nel retrobottega della libreria di un amico. La città in cui invece è abortito, Torino.

in che stanza

abbastanza distante

in che bar?

Chez l’ami Pierre

sei mancino o destrorso?

Sinistrorso, ovvero scrivo con mano destra e cuore a sinistra, come tutti

passeggi?

Direi piuttosto che fantastico, alla Rousseau in bici, in auto,

osservi alberi?

Guardo prima quelli e poi i manifesti elettorali. L’eterno ritorno di Pinocchio.

scruti cornicioni, affondi lo sguardo nel cielo, segui le onde del suono e dell’acqua?

Prima di affondare lo sguardo nella mozzarella impugno sempre il cornicione, ne seguo l’odore di pane, l’andirivieni che il gesto del pizzaiolo compie, facendo scivolare la pala nella bocca del forno sui tizzoni con la stessa grazia delle risacche a riva.

quali sono i rumori della città e quali i silenzi delle vaste campagne?

I trolley e le sacche

fumi?

Prima, durante e dopo i pasti. Ho una grande nostalgia dei locali nebbiosi e della frase: le dispiace se fumo ?

bevi?

Per non dimenticare le chiavi

quanto pesi?

Non dipese da me

scrivi dopo cena, prima di pranzo? quando?

Dopo pranzo, dopo il caffé. O a notte fonda fino ad accendere l’alba

la tua è scrittura di spostamento, di stasi, di spazio, del corpo?

Guerra di posizione però con l’impeto della cavalleria dunque,

se ti va, puoi dire qualcosa sul tuo ultimo libro

E’ una storia che mi portavo dietro da quasi vent’anni. Ero in Corsica con un’amica e in una delle curve terrificanti, soprattutto per chi occupa il posto accanto al guidatore, mi si è parata davanti tutta la storia, in una frazione di secondo, dalla prima all’ultima pagina. Avevo intravisto un’edicola votiva, ma nella mia immaginazione si era trasformata in uno spontaneo memoriale di un ignoto automobilista morto in quella curva in un incidente. Ma che in realtà non c’era stato nessun incidente e tanto meno il morto che se l’era inventato di sana pianta il sindaco per indurre chiunque passasse di lì alla prudenza. Un’invenzione. Una fantasticheria che però aveva salvato in quarant’anni un mucchio di persone. Così alla morte del geniale sindaco la giunta vuole commemorare l’uno, lo storico primo cittadino, e il secondo, il morto che non c’è premiando quest’ultimo con una nuova vita, anzi vita tout court visto che non era nato nemmeno una volta. E lo fa mettendo un annuncio sul giornale con cui si cerca uno scrittore per scrivere una storia, vitto e alloggio pagato in Corsica, per un anno. Il protagonista che si chiama Franck, d’origine italiana ma in Francia da una mezza vita, fisarmonicista e scrittore, riesce a farsi dare l’incarico e comincia a raccontare la saga familiare del morto, inventandosela chiaramente di sana pianta dalla dominazione genovese, ai moti rivoluzionari dell’ottocento e all’occupazione fascista degli anni quaranta dopo la resa della Francia. Lo scrittore se la gode alla grande, come Ulisse da Calypso. Beve e mangia da dio, s’innamora, ma la vera notizia è che i suoi testi man mano pubblicati sulla gazzetta regionale riscuotono un successo che nessuno dei suoi libri aveva mai ottenuto. Tout baigne, direbbero in Francia. Solo che, arrivato agli anni trenta, trentacinque comincia ad avere sotto forma di lettere anonime, atteggiamenti di alcuni poco rassicuranti un chiaro invito a fermarsi. Perfino l’amministrazione che pure lo aveva incaricato gli domanda a sei mesi dalla fine del contratto di restare a quegli anni e non andare oltre. Lui chiede tempo per riflettere – come se avesse potuto veramente decidere- e la notte stessa grazie alla donna con cui sta vivendo una vera e propria rivoluzione degli affetti, scopre che sotto l’altarino c’erano davvero delle ossa. Qui però mi fermo. Se volete conoscere il resto basta contattare il mio agente, lui vi dirà come e soprattutto per quanto lo si potrà sapere. Si chiama Giovanni Lamanna e la sua agenzia è la Gilam Agency, farà il culo a tutti, alla Serino. Il titolo è Le Tournant, variazione esistenziale autostradale de Le revenant.

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