«Chiudete gli occhi. Lasciate andare la fantasia. Concentratevi sul silenzio e rilassate le spalle. Dimenticate le tensioni, ignorate le scadenze. Chiudete tutto fuori».
State iniziando a leggere uno stupendo romanzo, che vi riconcilierà con la vita, vi regalerà parentesi di serenità, vi farà incontrare belle persone che vorreste avere accanto ogni giorno.
Questa non è una sviolinata, posso dire di conoscere l’autore prevalentemente dai contatti social (non sempre così diabolici come sembrano), e nemmeno da molto tempo, ma ciò che ho letto fino ad oggi dei suoi post e dei suoi articoli, e quel poco che ho ascoltato dal vivo, di tutto ciò trovo conferma nel libro scritto da Francesco Musolino e pubblicato da Rizzoli: L’attimo prima.
Avevo un certo timore prima di iniziare, sapevo che si parlava di cibo e cucina, e di questi tempi tra le tante contraddizioni che affliggono il nostro mondo c’è quella che sta tra un uso più corretto del nostro pianeta insieme a un rispetto maggiore per il nostro corpo, da una parte, e le incalcolabili ricette che ci vengono propinate quotidianamente, notte e giorno, da tv e giornali, così che continuiamo a riempirci la pancia e a mandare fuori giri il cervello.
Ma potete stare tranquilli, anzi godervi la lettura sul più comodo dei divani o poltrone che siano, perché in questa storia si parla di vero amore per il cibo e per la cucina, amore viscerale, anche per il servizio a tavola, anche per il dopocena, soprattutto per le persone che vengono a cena o a pranzo. Insomma, questa è innanzitutto una storia d’amore.
Siamo a Messina e dintorni, in un tempo sufficientemente moderno. Protagonista della storia è una famiglia formata da due genitori e due figli, un maschio e una femmina, come spesso capita molto diversi l’uno dall’altra, ma che sono cresciuti volendosi un gran bene.
Lorenzo ed Elena sono figli di Leandro e Sara, sposi giovanissimi e molto presto titolari di un piccolo ristorante, lei ai fornelli, lui al servizio in sala, e i ragazzi sotto il tavolo della cucina. I genitori (di una volta) hanno come primo obiettivo “la sistemazione dei figli”, si sacrificano senza sosta per farli studiare e laureare, ma con Elena non c’è storia, con Lorenzo una qualche possibilità, sembra ci sia.
Fin qui tutto nella norma, una vita abbastanza comune, da qualcuno invidiabile per altri no. In ogni caso, in qualsivoglia percorso di vita, trovano spazio sempre le sorprese.
Da quel momento, dall’evento inaspettato, del quale fino a un attimo prima non c’era stato alcun presagio, cambia tutto. Uno spartiacque invalicabile si pone tra una vita vissuta, e un futuro improvvisamente da riprogrammare, totalmente vuoti di idee, di forza, di voglia, di senso.
«[…] ogni cosa filava via come una domenica qualunque, il tg alla tv e la musica in casa. Pensando e ripensando alla vita che ci aspettava l’indomani e da lì in poi. Finché all’improvviso tutto è cambiato, in un attimo».
Da qui i piani narrativi viaggiano appaiati, uno ci racconta come si è arrivati all’attimo prima, uno ci racconta come ci si è faticosamente allontanati da quell’evento, all’inizio trascinati solo dall’avanzare inesorabile del tempo.
Il racconto delle storie di ciascuno dei membri di questa famiglia, delle personali peculiarità, lo svelare i sentimenti che ne animano le giornate, le scelte, le fatiche, tutto questo è popolato, in sintonia con la cucina che fa da sfondo al romanzo, da odori quasi percepibili, da suoni chiari, da colori splendidi. I sensi sono fortemente provocati e tutti coinvolti e accompagnati dall’immaginazione, che ci trasporta a Messina anche se non l’abbiamo mai vista.
Grazie a una scrittura che definirei delicatissima, grazie a calibrate pennellate di colore su una tela d’autore, Francesco Musolino ci racconta minuziosamente vicende ma soprattutto carattere, sentimenti, vissuto di Lorenzo, Elena, Leandro e Sara. Meravigliosi davvero i personaggi, ognuno per sé, ognuno in relazione agli altri.
E come ogni storia d’amore, che è sempre, innanzitutto, storia di relazione, la svolta avverrà grazie a un intreccio di relazioni, a un progetto pensato e realizzato in virtù dell’amore che ha sempre animato quelle relazioni nel tempo.
Il tempo scorre, non c’è ostacolo, impedimento, sosta che tengano. Possiamo però metterci del nostro, come si suol dire, nel modo di starci dentro al tempo. Non è facile, ce lo racconta in particolare Lorenzo. È grande la paura di dimenticare, è paralizzante, vorremo che fosse così paralizzante da fermarlo, il tempo. Ma no.
Grazie Francesco. Questo è un po’ di quello che ho trovato in questa stupenda storia. Grazie.
Claudio Della Pietà
«Avevo voglia di andare via ma restavo fermo, immobile. Volevo alzarmi e scappare. Avrei voluto sapere tutto e al contempo, essere libero dimenticare».
Francesco Musolino
Recensione al libro L’attimo prima di Francesco Musolino, Rizzoli, 2020, pagg. 272, euro 18.