Di Gabriela Ponce non avevo mai letto niente eppure la conoscevo.
Sanguigna, edito da Cencellada, e tradotto da Sara Papini ha pagine, labirinti letterari, in cui mi ero già trovato come succede sempre con quei testi che sono capaci di innescare quelle rete di letture che li precedono e che risuonano nella nostra testa, fin dalle prime pagine, come sussurri di Sibilla.
Scrittrice ecuadoregna, Gabriela Ponce è nata a Quito. È regista teatrale e insegna arti performative. Ha scritto monologhi che l’hanno resa famosa nel suo paese, racconti. Questo è il suo primo romanzo, credo e certamente il primo che arriva in Italia. Eppure, come dicevo, tra queste pagine mi sono sentito come dentro una foresta in cui ero già stato.
Da Animale di Lisa Taddeo; alla Veronica interpretata da Irene Arcos; ai racconti di Bolano.
Bolano è un riferimento stilistico costante in Sanguigna al punto che ci sono frasi, passaggi interi come:
Accadde allora una serie di cose che oggi ricordo in un certo modo, ma che potrebbe benissimo essere avvenuta diversamente: il poeta si riempì di intensità, recitò una poesia sulle lucciole…
Che non è una citazione, ma vale quanto una citazione tanto è preciso il riferimento, e sono sicuro, se apro uno dei volumi di Chiamate telefoniche; di Puttane assassine o L’università sconosciuta; che queste frasi, per esempio quando dice ancora: mi aveva lasciato una sensazione di catastrofe, io le trovo identiche e, per me, rimane un complimento.
Cencellada ci consegna un volume quadrato, compatto, di duecento pagine dense e viscose molto curato nella veste grafica.
La prosa della Ponce è carnale eppure eterea, onirica.
La sua protagonista – di cui non consociamo il nome – sente se stessa e il mondo che la circonda fin dentro le viscere e anche noi ci sentiamo toccati mentre sanguina, mentre scopa, mentre assaggia i corpi e il cibo e il dolore.
È come una foresta (torna la foresta…) anche se non c’è in Sanguigna nessuna foresta ma a me è sembrato di starci in mezzo per tutta l’esperienza della lettura.
Il libro parla di una donna che ci racconta i suoi tanti uomini, la fine della relazione con il marito e tutte le altre che nascono con il musicista che vive nella caverna; con il poeta e poi con M…
Uomini silenziosi, ferini, amorevoli, che la azzannano come fiori carnivori.
È un romanzo di formazione, a suo modo, un viaggio nella perdita di sé, nei tanti modi in cui è possibile smarrirsi, farsi del male e poi provare a rinascere, nelle macerie di quello che resta.
Pierangelo Consoli
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Gabriela Ponce, Sanguigna, Cencellada 2023, Pp. 206, Euro 19,50