Raccontare Ritratto di signora, olio su tela di Gustav Klimt del 1917, vuol dire, tra le altre cose, raccontare un mistero. Anzi, per la verità, i misteri sono due. Il primo riguarda la sua realizzazione. Questa parte della sua storia è legata al nome di una giovane maturanda, Claudia Maga, che nel 1996 intuì, sepolta dentro la tela, l’esistenza di una prima versione del dipinto. Intuizione che trovò conferma poi nelle analisi fatte dagli specialisti. In questa versione antecedente, la stessa donna ritratta compariva con alcune vistose differenze: l’abito, la capigliatura più vaporosa, una stola di pelliccia attorno al collo, e un grande cappello scuro. Dunque il dipinto, così come lo conosciamo oggi, è probabilmente frutto di un rimaneggiamento posteriore da parte del pittore. Ma perché Klimt decise di riprendere il dipinto e apportare questi cambiamenti? Questo il primo mistero.
Il secondo riguarda invece la sua sparizione. Il dipinto fu infatti rubato dalla galleria Ricci Oddi di Piacenza nel 1997 e ritrovato solo nel dicembre del 2019. Finalmente qualche giorno fa, nel mese di novembre, l’opera è tornata a casa, esposta lì dove era stata rubata. Gli interrogativi su chi e perché l’avesse rubata, però, rimangono tutt’ora senza risposta.
Con La modella di Klimt (Baldini+Castoldi, 2020), suo ultimo romanzo, Gabriele Dadati questi misteri cerca di svelarli entrambi. Lo fa partendo dal presente, mettendo in scena se stesso nei momenti che seguono l’annuncio del ritrovamento, e poi andando a ritroso nel tempo, recuperando la storia del dipinto lì dove tutto ha inizio, nella Vienna di inizio secolo. Qui avviene l’incontro tra Klimt, pittore già famoso, e la giovane Anna, ragazza di umili origini che si ritrova per caso a posare per lui. Gli effetti di questo incontro producono un racconto che si snoda lungo tutto il secolo, passando attraverso altri personaggi e altri destini, tutti tra loro legati dal filo del dipinto, oggetto magico e maledetto.
Con molta delicatezza e forte di una prosa elegante e raffinata, La modella di Klimt esplora il tema della creazione artistica, intrecciandolo con la commovente storia di un uomo alla ricerca del proprio passato. A fine romanzo emergerà una verità, e sarà lo stesso Dadati a raccoglierla, un po’ incredulo, nel corso di una lunga chiacchierata con un misterioso accademico. Chiacchierata che è, piuttosto, una confessione. Non è detto che quella raccontata sia la verità definitiva, sicuramente è una verità. Ma d’altronde, tra i privilegi accordati ai romanzi, c’è anche quello di poter raccontare verità che vere non sono. E dunque noi lettori potremo chiudere il libro semplicemente felici di aver letto una bella storia, raccontata nel miglior modo possibile.
Edoardo Zambelli