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 Gennaro Marco Duello. Un male purissimo

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Questo romanzo d’esordio di Duello colpisce il lettore e con una dose magica di inchiostro e carta lo affonda, coinvolgendolo nella lettura con grazia. Se questo accade è per merito dell’abilità di questo scrittore campano: un narratore di alto livello, autore di un libro riuscitissimo nella storia e nella costruzione dei personaggi. Duello, napoletano doc e già giornalista (dotato di un fiuto che gli permette di entrare nel tessuto urbano della sua città senza farsi notare, con i cinque sensi sempre pronti a raccogliere stimoli utili a generare storie) non si addentra in luoghi a lui lontani, ma resta in terra partenopea per agire al meglio nel suo campo d’azione. E nel farlo, nel giocare in casa da scrittore al suo primo libro, si scatena da vero fuoriclasse mostrando una capacità affabulatoria dal tono meraviglioso: fin dalle prime righe del libro si intuisce la sua intenzione: servirsi di anime e luoghi della Napoli contemporanea, per riscrivere il genere del noir. Il gesto riesce e il risultato offre una storia ambiziosa e accattivante, che alcuni critici hanno iscritto – a ragione – nel canone del post-noir. Non è poco, ma non c’è da stupirsi se il libro in soli pochi mesi è riuscito a trovare grande visibilità presso i librai, tra le pile dei molti romanzi contemporanei che riempiono i banchi espositivi delle librerie italiane, di catena e indipendenti.

Se fossimo seduti davanti alla fiamma di un fuoco di bivacco – magari per raccontare (e ascoltare) storie capaci di togliere il fiato, “Un male purissimo” sarebbe, in ogni suo frammento composto di frasi cesellate con cura e da parole scelte con precisione maniacale, una storia che meriterebbe di essere letta a piena voce. Un romanzo basato su un plot narrativo in apparenza semplice nella sua pur peculiare struttura, eppur profondo – quanto una caverna terrestre che cela tesori tutti da scoprire – sul piano narratologico. Protagonisti principali della storia sono tre personaggi che innescano una reazione a catena che incanta il lettore, tra un colpo di scena e l’altro, senza mai far perdere tensione narrativa all’andamento orizzontale della storia. Marzio Figurato, un imprenditore di successo che potrebbe far ben sperare nelle sorti umane per via della sua persona e figura che spiccano per merito personale e credibilità sociale, forse non è (proprio come accade a uno dei tanti protagonisti dei film dei fratelli Joel ed Ethan Coen) l’uomo speciale che altri vedono come un grande esempio. Antonio Luongo, operaio notturno consumato dalla professione che svolge per tenere a campare la famiglia, così violento nell’anima da farsi estorsore a pagamento, per conto di due fate ignoranti senza scrupoli (due protagoniste così ben ideate che sarebbero molto piaciute, per coraggio e cattiveria, al grande poeta e scrittore cileno Pedro Lemebel). Enzo Sandomenico: giovane creatura a dir poco multiforma. Uno che fin da ragazzo prova a mangiarsi la vita con denti aguzzi che affondano nella carne, e unghie lunghe che graffiano tutto e tutti. Un personaggio che ignora (suo malgrado) di essere sia una creatura selvatica affamata di denaro e vita che un fantasma che agita catene rumorose, per ribadire la sua presenza nel mondo. Location di queste tre vite, come di diverse altre che ruotano attorno a questi tre protagonisti, è un non-luogo d’eccezione: il Centro direzionale di Napoli. Una terra cementificata ad arte, fatta di palazzi e sole in superficie, e di buio e sangue nel mondo sotterraneo che offre. Una terra altra popolata da personaggi che teatralizzano, con una violenza a tratti dolce e a tratti feroce, il fluire contemporaneo dell’esistenza umana. Il libro si apre con la frase “Le cose più facili gli riuscivano peggio” e si conclude con “Era tornato alla vita”, in mezzo a queste parole scorrono 225 pagine scritte con maestria da un nuovo scrittore che si sta imponendo con successo sulla scena letteraria nazionale. Un autore che di lettura in lettura ha fatto sua la lezione di Maestri napoletani riconosciuti, come ad esempio Peppe Lanzetta e Andrej Longo. Conclusa la lettura, viene da pensare solo una cosa importante: Gennaro Marco Duello, con la sua abilissima scrittura, rende il gesto del leggere una pratica divinatoria, utile a percepire la luce e il buio con cui convive il mondo contemporaneo.

Mario Schiavone

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 Gennaro Marco Duello

 Un male purissimo

Editore Rogiosi

Prezzo 16 euro

227 pagine

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